Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LAVORO E SANITÀ IL FUTURO È ADESSO
La fine del contagio da coronavirus non è dietro l’angolo, ma si può aprire una prima riflessione su un domani dai contorni ancora incerti. Colpisce, innanzitutto, l’enorme dispendio di vite umane, al Nord da catastrofe e al Sud più insidioso perché lento e tuttavia continuo. Una quota grande di popolazione attiva è scomparsa, compresi i medici, moderni “caduti”. Ma pesa anche la perdita di una generazione-cerniera, che ha legato criticamente l’industria della ricostruzione con l’attuale dilatazione dei consumi, tendente a prevalere sull’importanza della produzione nella spinta allo sviluppo. Oggi vi è il rischio di offuscare, se non di cancellare, la memoria del paradigma di “Rocco e i suoi fratelli”, che forse non è più aggiornato, ma ha insegnato ai giovani più sensibili i sacrifici dei meridionali nell’inseguire il bene primario del lavoro, persino a prezzo di estraniazione nelle metropoli più avanzate del nostro Paese. Si tratta di una storia di successi e sofferenze che nel suo insieme ha dato il segno di un riscatto sociale guadagnato con l’incontro fra operai del nord e figli della terra, partiti dal Sud. Anche questa narrazione è alla base del successivo benessere italiano. Poi, ecco l’immenso cratere della sanità, da più di dieci anni sottoposta a tagli di fondi e di valore. Il ridimensionamento di tanti presìdi ospedalieri e il numero chiuso a Medicina sono i segni di un’errata concezione dei sistemi sanitari. Oltre i discorsi di circostanza, vi è un dato da acquisire: gli ospedali non sono una catena di servizi, ma una struttura fondamentale della vita nazionale, come una volta era l’esercito, segno di unità per tutti i cittadini. E poi c’è il lavoro; nessuno pensi di riaprire i rubinetti dell’assistenzialismo, laddove – come al Sud – va creato reddito stabile nelle campagne da risanare, e nelle fabbriche da stabilizzare e ricondurre al rispetto di salute e ambiente. Le pandemie sono il riflesso ultimo dello stravolgimento della natura a causa di un mercato senza limiti; né ci si può illudere che la chiusura prolungata dei confini garantisca salvezza. Solo la protezione della natura potrà renderci il futuro, e nell’imminenza del voto regionale, che comunque si avvicina, bisognerà discutere a fondo di questi temi, evitando i vecchi giochi per fare numero o, peggio, carriere. Il sistemaPuglia chiede di essere aggiornato fin da subito, con una progettualità di lungo raggio, da tradurre subito in pratica. Nulla sarà più come prima, e senza perdere tempo si deve ricominciare da lavoro (investimenti e non sussidi) e sanità (scienza e cliniche).