Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Si preferisce l’acquisto all’estero. Le consegne dell’Aeronautic­a militare

La Regione e la produzione di mascherine «Occorre tempo e ora c’è fretta di averle»

- F. Str.

BARI Nei giorni corsi era intervenut­a la consiglier­a regionale Antonella Laricchia (M5S). Rivolta al presidente Emiliano gli ha rimprovera­to l’assenza della Regione nell’opera di accompagna­mento alle aziende impegnate nella riconversi­one delle attività, allo scopo di produrre mascherine sanitarie.

Il governator­e ha risposto anche a lei, sia pure indirettam­ente, nel corso della videoconfe­renza per la presentazi­one del secondo piano ospedalier­o per la riorganizz­azione ospedalier­a in chiave anti Covid (vedi articolo sopra). «La possibile produzione di mascherine – dice Emiliano – non è la strada per risolvere nell’immediato il problema». Come dire che il continuo fabbisogno di Dpi (dispositiv­i di protezione individual­i) non consente di aspettare i tempi della produzione. Che deve passare attraverso una fase di certificaz­ione. «Il Politecnic­o di Bari – afferma Emiliano – sta provando a trasformar­si in ente di certificaz­ione, ma non è una cosa sempliciss­ima. Adesso la via più rapida è quella di acquistare dall’estero».

È la strada scelta dalla Regione. Ed è parallela all’acquisizio­ne delle forniture tramite la Protezione civile, procedura su cui il governator­e resta critico. «La protezione civile ha centralizz­ato la distribuzi­one» segnala Emiliano. Con la conseguenz­a di aver concentrat­o le consegne soprattutt­o nelle aree dove la situauna zione sanitaria è più critica. Dove cioè ci sono più contagiati. «Ma era un criterio sbagliato – dice Emiliano – e ora la Protezione civile l’ha riconosciu­to». Contano cioè i sanitari da proteggere e non i malati. La mascherina per un medico vale sempre uno anche se quel medico deve seguire uno o dieci pazienti.

«La Puglia e le Regioni meridional­i – dice Emiliano – sono state costrette a fare da sole. Per fortuna le Regioni hanno una loro autonomia definita dalla Costituzio­ne. Se non ci fossimo mossi in autonomia non avremmo avuto il necessario. Abbiamo fatto ordini in Cina, Russia e altri Paesi per un totale di 32 milioni».

Le consegne della Protezione civile si susseguono con frequenza più ravvicinat­a ma sempre considerat­a insufficie­nte. «Purtroppo le mascherine ffp2 e ffp3 non arrivano – dice il presidente – Evidenteme­nte si continua ad avere difficoltà di reperiment­o a Roma».

Nelle ultime ore, anche grazie allo sforzo operativo dell’aeronautic­a militare, cui la Protezione civile ha affidato le consegne, l’approvvigi­onamento di Dpi è aumentato. Quattro velivoli (tre C-130J ed un C-27J della 46ª brigata aerea di Pisa) sono stati impiegati contempora­neamente per trasportar­e 27 tonnellate di materiale sanitario: da Malpensa e Fiumicino verso vari aeroporti italiani. Tra questi quello di Bari (oltre Venezia, Cagliari, Palermo e Lamezia Terme). Gli interventi di consegna si aggiungono ai trasporti di malati in «bio-contenimen­to», anche verso la Puglia. Emiliano ha confermato che sono diversi i pazienti provenient­i dalla Lombardia e ricoverati in strutture della Puglia. Non ha voluto precisarne il numero.

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