Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«C’è da stare qui in trincea» Il cardiologo-pensionato torna al lavoro in ospedale
Il cardiologo tornato in servizio: «Non potevo stare a guardare»
MATERA Conosce bene le giornate di lavoro senza orario, la tensione per un intervento difficile e la soddisfazione per una vita salvata. Giancarlo Calculli, per quarant’anni in servizio all’ospedale Madonna delle Grazie di Matera, a lungo primario dell’Unità Coronarica e di emodinamica della Cardiologia, da tre mesi era in pensione, ma l’emergenza coronavirus ha cambiato tutto.
La consapevolezza che si è medici per sempre lo ha riportato all’ospedale Madonna delle Grazie dove ha ripreso servizio da qualche giorno, grazie alla possibilità offerta da un apposito decreto del Governo.
«Non potevo stare a casa e guardare le immagini dei miei colleghi medici impegnati in tutta Italia e in Basilicata in prima fila. Tornare mi è sembrata la scelta più sensata – spiega. «E’ un momento storico in cui ognuno di noi deve solo pensare a fare la propria parte. E io posso farla solo in ospedale dove ho passato quarant’anni della mia vita». La presenza di contagi da Covid 19 in Basilicata rappresenta un impegno molto importante, un richiamo che per un medico non può essere sottovalutato, insieme all’esperienza che deriva dagli anni trascorsi prima nelle corsie e poi dirigendo l’Unità operativa. La cardiologia, d’altronde, è uno dei settori che insieme a pochi altri richiede sangue freddo ma soprattutto velocità di intervento, caratteristiche che Calculli conosce e che sono confermate dai risultati che la sua unità operativa ha raggiunto negli anni e che proprio un paio di mesi fa aveva illustrato nel corso di un convegno. Scorrendo soltanto alcuni dati si nota, tra l’altro che negli anni compresi fra il 2012 e il 2019 a Matera, si è passati da 147 a 1039 coronarografie, da 48 a 565 angioplastiche, numeri che hanno fatto balzare la Basilicata nelle posizioni più alte d’Italia con un livello di cura che è rientrato ampiamente nella media nazionale. Significativo era stato anche l’accordo sottoscritto alcuni anni fa con la
Asl di Bari e che affidava all’Emodinamica interventistica la cura degli infarti dell’area della Murgia (circa 200 mila pazienti pugliesi). «L’impegno di tutti coloro che hanno lavorato con me è stato fondamentale per quel risultato e credo che oggi, in un momento così difficile, quel lavoro possa essere ancora utile. Anche per questo ho deciso di ritornare, senza tenere in alcuna considerazione l’aspetto economico, ma solo quello umano, centrale in queste ore».
Il settore È stato primario dell’Unità coronarica e di emodinamica della Cardiologia