Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Troppi contagi, Bari ora preoccupa Oltre il 30% nelle zone più centrali
Il sindaco Antonio Decaro lancia l’allarme attraverso i social ricordando le vittime «Se necessario metteremo l’esercito per strada»
BARI A preoccupare sono i numeri registrati a Bari città. Quel più 15 per cento dei casi rispetto al resto dell’area metropolitana. Che sale a 20 punti se rapportato al resto della Puglia. Ma a destare allarme sono anche quelle generali scene di «allentamento». Di gente che continua a passeggiare, ad affollare i mercati rionali o a non rispettare misure e dispositivi di sicurezza.
Il sindaco Antonio Decaro rilancia l’appello a restare a casa. Se nei primi giorni dell’emergenza coronavirus erano i blitz, le sgridate in piazze e parchi le sue armi di convincimento, ora il primo cittadino ha deciso di affidarsi anche a WhatsApp. Da ore infatti circola sui telefonini di mezza città il suo monito ad evitare le uscite non strettamente necessarie. Citando due delle vittime baresi da Covid-19, il capo dei runners Rocco Biscione e il dipendente della Multiservizi Tarquinio Coletta. «Loro ti stanno guardando. Magari sono stati contagiati proprio da chi non ha rispettato le regole. Senti a me: se vuoi vedere il sole resta a casa e guardalo dalla finestra» dice il primo cittadino nel suo messaggio di 42 secondi. Un messaggio che diventa un fiume in piena nelle sue dirette serali su Facebook.
Il bollettino dei positivi in città nella serata di venerdì ha toccato quota 217, con un aumento di circa il 25,4 per cento rispetto al dato di qualche giorno prima, 173. Numeri che passano complessivamente a quota 511 includendo anche le persone in quarantena obbligatoria e fiduciaria. «Ci sono state più attività e aziende aperte durante l’emergenza e ci sono zone più densamente abitate. Forse è per questo che nel capoluogo pugliese si registrano questi numeri. Dobbiamo comunque stare attenti e restare a casa» spiega Decaro al pubblico social raccontando aneddoti e storie. Di quei cognomi che spesso si ripetono nell’elenco dei contagiati – a dimostrazione che forse più nuclei familiari imparentati, e nonostante la quarantena, continuano a frequentarsi in casa («quelli del vado sopra la nonna e sotto la zia» dice Decaro alla barese maniera) – o di quelle persone che «escono due, tre volte al giorno per fare la spesa». «Così non va bene. Forse un giorno scriverò un libro di aneddoti» avverte il sindaco elencando le tantissime segnalazioni delle ultime ore. Tra queste anche le chat Whatsapp di chi incautamente inizia a fare programmi per il ponte pasquale. Ma lui avverte: «Per le Palme e per Pasqua restate a casa. Metteremo l’esercito per strada se necessario».
Da lunedì ad esempio, e vento permettendo, la polizia locale riprenderà a controllare dall’alto la città con l’ausilio dei droni. Per stanare assembramenti, passeggiate e aperture di attività non autorizzate. E in una primissima mappa di questi 217 contagi è la zona del centro città e dei quartieri più caratterizzati dalla presenza di negozi, uffici e banche a registrare le percentuali più alte. Si va da un 32,7 per cento di tutta la fascia centro-mare a un 26,7 nella vasta area al di là dei binari ferroviari, dall’estramurale Capruzzi a Poggiofranco. A nord della città invece si risale con il 29,5 per cento di contagi, mentre sono le periferie come Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto a registrare le percentuali più basse, tra il 5 e il 6.
«Effettivamente c’è ancora molta gente per strada, anche se dipende dai momenti della giornata – spiega il direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico di Bari, Gioacchino Angarano -. La verità è che le infezioni sono più diffuse di quanto si pensi perché il meccanismo di diagnostica diffusa tramite tamponi è limitato. Va però ricordato che i pugliesi in generale sono stati molto bravi perché non sono molte le persone che si sono ammalate. E il nostro sistema sanitario regionale regge benissimo».
Gioacchino Angarano Infezioni più diffuse di quanto si pensi, ma la nostra sanità regge