Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Quei paesi dove il virus non ha fatto breccia «Regole e isolamento»
BARI I piccoli puntini bianchi sulla mappa del bollettino epidemiologico diffuso quotidianamente dalla Regione Puglia sono il segno dei piccoli territori in cui il temutissimo coronavirus non ha fatto ingresso. Si tratta per lo più di piccoli centri dell’entroterra che, come tutti gli altri comuni d’Italia, sono comunque alle prese con le restrizioni e stanno mettendo in pratica tutte le possibili forme di prevenzione per evitare il contagio.
Nella provincia della Bat sono due, attualmente, i comuni nei quali non si registra alcun caso di positività al coronavirus: si tratta di Minervino Murge e San Ferdinando di Puglia. Nel Sud-est barese il tassello bianco appartiene al comune di Rutigliano, nella Valle d’Itria sono i comuni di Alberobello e Locorotondo a non contare alcun caso di contagio in città. Due centri che, fino allo scorso gennaio pullulavano di turisti ma che, fortunatamente, non sono compresi nella lista delle città nelle quali si sono registrati contagi.
Anche il comune murgiano di Poggiorsini, il più piccolo di tutta la provincia di Bari con i suoi poco più di 1.500 abitanti, è riuscito a lasciare fuori dalle mura della città il pericoloso virus. Merito della sua posizione geografica, che lo colloca distante una ventina di chilometri dai confinanti comuni di Spinazzola e Gravina di Puglia. Merito anche dell’attenzione dei suoi abitanti che, da subito, hanno seguito i consigli del proprio sindaco, Ignazio Di Mauro, il medico con la fascia tricolore che ha dedicato buona parte della sua attività professionale alla prevenzione sanitaria. «Abbiamo da subito messo in atto - dichiara - le azioni di limitazione delle distanze sociali. I miei concittadini hanno risposto immediatamente e con responsabilità all’appello di restare a casa» spiega il sindaco Di Mauro. «Appena emanata la disposizione dell’8 marzo ci siamo attivati per limitare gli scambi con le comunità a noi vicine di Spinazzola e Gravina, lontane da noi una ventina di chilometri. Abbiamo da subito attivato, come Comune, le disposizioni di lavoro agile per i dipendenti e continuato le attività con i cittadini solo tramite appuntamento» continua.
Quella collocazione geografica isolata, quell’essere circondati per chilometri da sole distese di campi, ai tempi del coronavirus per Poggiorsini è stata una grande fortuna. «Anche noi abbiamo limitato gli accessi in entrata e in questo carabinieri e agenti di polizia locale sono stati molto attenti nei controlli. Dopo la prima settimana di adattamento alle restrizioni tutti si sono attenuti in maniera scrupolosa» commenta orgoglioso il primo cittadino. I tre minimarket presenti in paese riescono a rispondere alle esigenze della popolazione. «Anche nei giorni prefestivi tutti cercano di rispettare le distanze e di non recarsi contemporaneamente a fare la spesa. Non ci sta mancando nulla» dice il sindaco. Nulla a parte i giornali.
A Poggiorsini non c’è una edicola e l’unico posto dove poter sfogliare le pagine di un quotidiano è il bar del paese, ormai chiuso per via del decreto del presidente del consiglio. «È un grave problema per la nostra cittadina ma, non appena tutto sarà finito, sarà la stessa amministrazione comunale ad impegnarsi affinché anche nel nostro comune si possa leggere il giornale» promette Di Mauro.
Se le parole del sindaco medico da un lato tradiscono una punta di soddisfazione, dall’altro non fanno mancare la vicinanza ideale a quei pazienti colpiti dal virus. In un giorno in cui la curva dei contagi sembra essersi abbassata sensibilmente, anche il comune più piccolo della provincia più grande di Puglia può essere un esempio da seguire.
Ignazio Di Mauro Dai miei concittadini risposta immediata e responsabile