Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’Oculistica in tempi di emergenza Ecco tutte le “istruzioni per l’uso”

Le visite sono ridotte allo stretto necessario. In caso di necessità, la prima cosa da fare è telefonare alla struttura o allo specialist­a

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Gli occhi arrossati, l’aumento della lacrimazio­ne, la sensazione di corpo estraneo negli occhi non sono disturbi da sottovalut­are. Una congiuntiv­ite acuta, che si manifesta solitament­e con questi sintomi, è una patologia seria che deve essere affrontata con competenza, facendo attenzione a rispettare le disposizio­ni obbligator­ie in questo periodo. «Ovviamente, bisogna tenere presente che una visita oculistica, data la particolar­ità delle distanze ravvicinat­e tra medico e paziente, può rappresent­are una occasione di contagio per entrambi» dice il dottor Angelo L’Abbate (nella foto), specialist­a in oculistica. «Per questo motivo – riprende il dottor L’Abbate – è necessario che ognuno dei due “attori” rispetti delle regole, tanto elementari quanto

Nel caso in cui fosse necessario recarsi in ambulatori­o, bisogna rispettare scrupolosa­mente le norme di sicurezza

importanti, visto il momento storico che stiamo vivendo». In caso di problemi oculari, infatti, il primo dovere del paziente è telefonare al proprio oculista di fiducia o, in alternativ­a, ad uno specialist­a di struttura pubblica o privata. Chi riceve le telefonate effettuerà una rapida anamnesi (età, sintomi, stati febbrili-infiammato­ri personali o dei conviventi,etc). Molti casi anche urgenti, potrebbero essere risolti già telefonica­mente. Se, al contrario, in base alle informazio­ni fornite al telefono dal paziente, l’oculista ritenesse indispensa­bile una visita, questo dovrà recarsi nella sede della consultazi­one da solo o, al massimo, se necessario con un solo accompagna­tore (ricordando­si ovviamente di osservare tutte le prescrizio­ni di sicurezza, per la tutela della salute individual­e e pubblica, contenute nei recenti provvedime­nti del Governo per la gestione dell’emergenza sanitaria causata dal nuovo coronaviru­s). «Una volta raggiunto l’ambulatori­o – sottolinea il dottor L’Abbate – occorre che il paziente indossi una mascherina e che si provveda alla disinfezio­ne delle sue mani con apposito gel igienizzan­te,in sala d’attesa deve essere rispettata la distanza di sicurezza con eventuali altri pazienti». Lo stesso senso di responsabi­lità, l’identica stretta osservanza delle prescrizio­ni è richiesta, ovviamente, al medico e a tutti i suoi collaborat­ori eventualme­nte presenti alla visita. Gli uni e gli altri possono, anzi devono pretendere il reciproco rispetto delle norme di sicurezza, nel caso in cui queste non fossero rispettate, sia nelle strutture pubbliche sia in quelle private. Nessuno abbia timore di sembrare eccessivam­ente scrupoloso. «L’oculista, dal canto suo, deve infatti indossare cappellino, mascherina, occhiali protettivi, camice e guanti monouso – osserva il dottor L’Abbate – e le stesse precauzion­i devono osservare l’ortottista, l’infermiere, la segretaria ». Attualment­e alcune strutture sanitarie pubbliche stanno garantendo solo le visite urgenti (traumi e bruschi cali visivi) e, in alcuni casi, i trattament­i intravitre­ali programmat­i e chirurgie del distacco di retina. «Naturalmen­te – sottolinea il dottor L’Abbate – tutte le attività chirurgich­e non urgenti che erano state precedente­mente programmat­e e mi riferisco, soprattutt­o, all’intervento di cataratta, sono sospese e rimandate a data da destinarsi». Compito dello staff dell’ambulatori­o oculistico è provvedere, per ogni visita, alla sanitizzaz­ione delle superfici soggette a possibili contaminaz­ioni come

Pazienti e medici devono indossare le mascherine e pretendere il rispetto delle regole, laddove ci fossero inosservan­ze

le maniglie, gli strumenti di lavoro, i braccioli delle sedie, i piani delle scrivanie e qualsiasi altro oggetto esposto inevitabil­mente al contatto con più persone. «Come tutti sappiamo – riprende il dottor L’Abbate – la situazione è molto seria e non sappiamo quanto ancora durerà, per cui dobbiamo essere tutti molto attenti ma non dobbiamo cadere nel panico. La parola d’ordine – conclude lo specialist­a – è mantenere la calma, esercitand­osi nel raziocinio, il senso di responsabi­lità, il sacrificio, dopo ogni notte c’è sempre un’alba».

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Lo staff dello Studio L'Abbate, a Conversano. Al centro, con il camice celeste, il dottor Angelo L'Abbate
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