Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Nella domenica delle Palme l’altare del Papa senza i fiori di Terlizzi
BARI La domenica delle Palme, per i floricoltori di Terlizzi, è da sempre un appuntamento che dà significato ad una intera stagione produttiva. È dalle serre terlizzesi che, ormai da diversi anni, provengono i fiori per gli addobbi dell’altare e i ramoscelli di ulivo che il Papa benedice da Piazza San Pietro. Quest’anno, però, non sarà così. Nessun fiore partirà da Terlizzi né dagli altri paesi del distretto florovivaistico pugliese che, se si esclude quello di Napoli, rappresenta l’area più importante del Mezzogiorno nella produzione di piante e fiori.
Il comparto è in ginocchio. Fiori e piante sono prodotti dal ciclo breve e non di prima necessità. La quasi totalità della produzione finirà al macero, con la beffa di dover sostenere anche i costi dello smaltimento del prodotto inditore venduto. Un settore da oltre mezzo miliardo di fatturato, in crescita sino alla crisi legata all’emergenza sanitaria, che ora rischia di scomparire per sempre. Senza considerare, poi, i danni dell’indotto. «Oltre la metà del nostro fatturato annuale si registra nel periodo primaverile. Molte sono le realtà che hanno perso oltre 70% del fatturato, alcune anche il 100%», fa notare Vincenzo Mastrodonato, imprendel settore e membro della segreteria tecnica del piano di sviluppo del distretto florovivaistico pugliese. «Il nostro inverno è stato dedicato alle attività per la crescita del prodotto. Abbiamo sostenuto spese per i riscaldamenti delle serre, per la messa a dimora delle piante e per retribuire la manodopera. Ora che è arrivato il momento di raccogliere i frutti del nostro lavoro il prodotto va al macero. Quando si è verificata l’emergenza sanitaria le nostre serre erano stracolme di fiori», continua Mastrodonato.
Nel Salento, che vede la presenza di mercati florovivaistici di eccellenza come quelli di Leverano e Taviano, la situazione è altrettanto drammatica. Il settore (il 13% della produzione agricola) è quello che più risente dello stop alle cerimonie e ai riti funebri. Lo scorso 18 marzo da Terlizzi è partita una lettera, con la quale 16 distretti e mercati di fiori più importanti d’Italia, tra cui quelli pugliesi, hanno richiesto che il governo riconosca lo stato di calamità naturale e attivi un fondo di solidarietà nazionale con interventi compensativi per favorire la ripresa dell’attività produttiva.
«È necessario a tal proposito - afferma il consigliere regionale Sergio Blasi - che la Regione faccia la sua parte e investa a favore dei florovivaisti pugliesi e salentini tra gli 8 e 10 milioni, altrimenti, sia chiaro, questo comparto produttivo rischiamo di perderlo per sempre».
Vincenzo Mastrodonato Abbiamo perso il 70 % del fatturato Siamo allo stremo