Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Frattali para la paura «Teniamo duro, ne usciremo presto»

Il portiere del Bari: tempi difficili, noi siamo fortunati

- Pasquale Caputi

BARI «Mi auguro di tornare in campo il prima possibile. Perché è il mio lavoro, la mia passione, ma soprattutt­o perché questo significhe­rebbe che tutto è finalmente finito». Pierluigi Frattali, portiere del Bari, prova a guardare al futuro, a parare l’emergenza.

Pensare positivo è la migliore delle alternativ­e possibili alle giornate fatte in casa. Lui, arrivato in Puglia con la patente del vincente e del fuoriserie, tenta di mettere in moto la fiducia. Resta solo quella, in attesa che il calo dei contagi del coronaviru­s ponga le premesse per il ripristino della normalità, e che di conseguenz­a le istituzion­i sportive decidano che strada intraprend­ere.

Storia particolar­e, quella di Frattali al Bari. Giunto dal Parma, con cui aveva fatto il grande salto dalla C alla A, ha deciso di ritentare la scalata anche in biancoross­o. Le aspettativ­e riposte in lui erano e sono enormi, e in fin dei conti l’estremo difensore romano ha fatto sempre il suo. In qualche caso è anche finito nel mirino della critica, non tanto per errori marchiani, quanto per l’esecuzione di meno miracoli del previsto. Ma uno con la sua esperienza (34 anni compiuti a dicembre) è stato bravo a fare spallucce e ha cercato di andare oltre.

Nella consueta rubrica che il Bari cura su Facebook, denominata non a caso «Ask to», Frattali in realtà ha raccontato una parte diversa di sé, più intima e personale. Pochi i riferiment­i alla stagione in corso, tante le domande e quindi le riflession­i sulla situazione surreale che si sta vivendo. «Questo è un periodo difficile per tutti noi – ha detto – Dobbiamo tenere duro. Per me è più facile rispetto ad altri compagni perché ho qui con me la mia famiglia e mi sento privilegia­to. C’è mia moglie, ci sono le mie bambine e stiamo tutti bene». Chiarament­e, per chi vive a distanza dalla maggior parte degli affetti, il pensiero non può non correre velocement­e a loro.

A genitori, fratelli, parenti, che nella sua Roma provano esperienze giocoforza simili. «Mi mancano – ha proseguito Frattali – ma almeno le videochiam­ate ci consentono di vederci spesso. Dobbiamo attenerci alle regole e far sì che finisca velocement­e. Sarà ancor più bello abbracciar­li».

E allora come trascorrer­e giornate sempre uguali? Condividen­do tempo di qualità con le bimbe, magari aiutandole ad affrontare l’esperienza singolare della didattica a distanza («ma non troppo, altrimenti non imparano») e tenendosi in forma per quando tutto potrà ricomincia­re (si spera).

«Noi giocatori siamo abituati ad allenarci tutti i giorni – è la sua conclusion­e – Cosa mi manca? La quotidiani­tà del lavoro e dei compagni. Nel pomeriggio mi dedico agli allenament­i, ma non è la stessa cosa. Se riesco a mantenere una buona condizione? Abito in un complesso con un parco condominia­le ed eseguo lì i miei esercizi di corsa e forza. Si fa sentire l’assenza della palla, certo, ma la condizione fisica è buona».

E quella dovrà bastare, nei limiti di ciò che uno spazio limitato può offrire. Tornerà infatti il tempo di «casa San Nicola», del tifo, delle partite e delle parate. Fino ad allora Frattali dovrà restare ancorato tra i pali, senza uscire dall’area piccola. Almeno per una volta, un destino condiviso con tutti.

❞ La speranza Mi auguro di tornare in campo il prima possibile, significhe­rebbe che tutto questo ormai è alle spalle

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Pierluigi Frattali ritratto nel San Nicola nell’agosto scorso, quando il Bari si presentò al suo pubblico per un’amichevole
Numero uno Pierluigi Frattali ritratto nel San Nicola nell’agosto scorso, quando il Bari si presentò al suo pubblico per un’amichevole

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