Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Starace: «I processi penali? Facciamoli nelle palestre»
Il presidente della Camera degli avvocati di Bari, Guglielmo Starace, boccia il dibattimento on line: «Mancano regole, ogni Tribunale fa per conto suo»
Il processo da remoto è una violazione dei principi costituzionali perché non garantisce il diritto al contraddittorio». Il presidente della Camera Penale, l’avvocato Guglielmo Starace, boccia il processo penale telematico e suggerisce l’utilizzo di spazi grandi e a costo zero, come le palestre, per celebrare i processi nel periodo dell’emergenza sanitaria.
«Il processo da remoto è una violazione dei principi costituzionali perché non garantisce il diritto al contraddittorio e l’immediatezza del confronto». Sono alcune delle criticità evidenziate dall’avvocato Guglielmo Starace, presidente della Camera penale di Bari, sulla possibile soluzione di celebrare i processi penali in via telematica al fine di evitare assembramenti nelle aule di giustizia e possibili contagi da Covid-19.
Il processo penale è quindi incompatibile con la possibilità di celebrarlo da remoto?
«È così infatti. Perché vengono violati i principi costituzionali e non è possibile avere l’immediatezza di confronto che è necessaria per un dibattimento penale dove la prova si forma nel contraddittorio».
Intende dire che le fasi del processo diventano più complicate da gestire?
«Certo. Lo è se bisogna fare opposizione o controllare un documento. È importante vedere de visu un testimone mentre parla o come si muove. Tutto questo è incompatibile con un processo da remoto e poi non è vero che i tempi sarebbero più brevi, non è affatto così».
Si spieghi meglio
«Ci sono innanzitutto difficoltà di collegamento, si utilizzano piattaforme commerciali e quindi ci sono problemi di privacy con i dati personali che vengono inseriti. Quelle sono piattaforme create per la conversazione ma per il processo penale è completamente diverso. Poi c’è ancora un altro problema.
Quale?
«Non si è data una direttiva che vale per tutto il territorio nazionale e quindi ogni tribunale fa da sé. Ci sono addirittura sezioni che affidano ai presidenti la decisione di cosa si fa e cosa no. Io, per esempio, che ho processi a
❞ I testimoni È importante vedere de visu un testimone mentre parla o come si muove. Tutto questo è incompatibile con un processo da remoto
Bari, Roma e Napoli, non so ancora se si celebreranno regolarmente o se si faranno da remoto. È una situazione abbandonata a se stessa. A Bari ci sono tante situazioni differenti, rispetto ai diversi uffici. Abbiamo, per esempio, i tribunali dibattimentali che fanno i processi collegiali con massimo 4 imputati, il tribunale monocratico che fa soltanto le discussioni con un imputato, i processi con i detenuti che comunque si celebrano, il tribunale dei minorenni che oggi (ieri, ndr) ci ha comunicato che celebra mas
simo cinque processi al giorno. Insomma situazioni diverse».
È concreto quindi il rischio che la giustizia penale a Bari rallenti ancora?
«Subirà un rallentamento mostruoso e nel frattempo i termini continuano a decorrere perché dal 12 maggio si ricomincia il conteggio. E intanto non abbiamo potenziato quello che andava fatto e cioè il processo telematico dal punto di vista del deposito degli atti. Perché se gli avvocati devono andare in tribunale per depositare istanze, appelli o vedere i fascicoli non abbiamo comunque ridotto l’affluenza delle persone nel palazzo di giustizia. Se fossero messi a disposizione fascicoli telematici e allo stesso modo facessero depositare appelli e istanze avremmo ridotto almeno del 50 per cento gli accessi. In più c’è la grande problematica dell’edilizia giudiziaria. In quel palazzo (il Palagiustizia a Poggiofranco, ndr) stiamo come nel corridoio di casa. Come facciamo a rispettare il distanziamento sociale?
Quale soluzione suggerirebbe perché la giustizia penale non si areni e che allo stesso tempo rispetti le norme anticontagio?
«Prendiamo le palestre, le aule magne delle scuole che ora sono vuote. Prendiamo un cinema oppure qualsiasi spazio utile a costo zero. Potremmo anche utilizzare il tribunale di piazza De Nicola. Noi penalisti siamo disposti a fare udienze il sabato mattina o i pomeriggi in un secondo turno. Siamo disperati e in crisi da maggio 2018 per la questione dell’ edilizia giudiziaria e intanto i cittadini non vedono ancora la luce. Si studia il modo di ripartire, ma della giustizia non parla nessuno».