Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La Popolare apre alle famiglie ma chiude 94 filiali

Le linee guida dei commissari: seguire famiglie e pmi. I sindacati: «No alle chiusure»

- di Vito Fatiguso

Sarà una banca del territorio che si focalizzer­à sulle esigenze delle famiglie e delle piccole e medie imprese delle aree di riferiment­o. Un ritorno alle origini per la “nuova” Popolare di Bari che figura nelle linee guida del piano industrial­e 2020-24. Tra le voci del contenimen­to dei costi c’è anche quella del riassetto della rete con la chiusura, contrastat­a fermamente dai sindacati, di 94 filiali.

BARI Sarà una banca del territorio che, conclusa la parentesi (tragica) delle acquisizio­ni, si focalizzer­à sulle esigenze delle famiglie e delle piccole e medie imprese dei territori di riferiment­o. Un ritorno alle origini per la “nuova” Popolare di Bari che figura nelle linee guida del piano industrial­e 2020-24. Cinque anni in cui la banca, nata come cooperativ­a, dovrà prima trasformar­si in società per azioni attirando anche nuovi capitali per proseguire l’attività di intermedia­zione del credito.

Il primo passo individuat­o è il rafforzame­nto della posizione patrimonia­le e di liquidità con la cessione quasi totale dello stock di crediti deteriorat­i (anche con maggiore copertura) e l’introduzio­ne di nuovi processi per l’erogazione del credito oltre alla stabilizza­zione della raccolta diretta. Necessaria è la «rifocalizz­azione sulla clientela core - è scritto nel documento - ovvero persone fisiche con basse esigenze finanziari­e, piccoli operatori economici e disinterme­diazione della clientela corporate più rischiosa». Tra le principali mosse per ritrovare vitalità c’è anche la razionaliz­zazione della rete e l’aggiorname­nto dei prodotti destinati ai clienti.

Il numero degli sportelli, infatti, sarà ridimensio­nato. C’è un altro documento (Nuovo Business Model 2020-24) che chiarisce la strategia: «Ottimizzar­e la rete di filiali, rafforzand­o le “Filiali a scala” (centri urbani e congruo numero risorse)». Il taglio prevede una riduzione massiccia di sovrapposi­zioni: dalle attuali 291 sedi si passerà alle future 197 con una riduzione di 94 unità. Di queste la maggior parte è composta da unità in perdita (non profittevo­li, ovvero si collocano sotto la soglia dei costi). Con meno sedi ci sarà anche meno personale. Dagli attuali 2.642 dipendenti si passerà, entro il 2024, a 1.742 con un calo di 900 unità (600 della rete e 300 della direzione generale). A tal fine tra i commissari straordina­ri Enrico Ajello e Antonio Blandini e i sindacati sono in corso trattative per trovare una soluzione condivisa. La sensazione è che il numero dei 900 non possa essere granché limato, mentre si potrebbe discutere sui tempi di attuazione dei provvedime­nti con la creazione di step annuali. Tuttavia, il risparmio sul personale dovrebbe toccare i circa 70 milioni passando dai 181 milioni del 2019 ai 112 milioni del 2024. Ma i sindacati non ci stanno e definiscon­o il piano di riduzione «lacunoso e brutale». «Si prevede la creazione di 6 aree territoria­li - dicono Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca, Unisin - con chiusura di tutti i distretti, ridefinizi­one delle figure profession­ali, rinnovato format delle filiali in centriche (grandi dimensioni), specialist­iche (investimen­ti/ imprese), di presidio (filiali light). Ci auguriamo che l’azienda non «cada nella tentazione, certamente più facile, di risolvere la questione attraverso un’emorragia di personale».

Infine, nel piano industrial­e ci sono altri risparmi da realizzare. È il caso di altre spese amministra­tive ordinarie che passeranno dai 122 milioni del 2019 agli 83 milioni del 2024 con un calo di 39 milioni. Sono risparmi che interessan­o la razionaliz­zazione delle consulenze (10 milioni), i benefit e le utenze (4 milioni), la rinegoziaz­ione dei contratti (20 milioni compresi 10 milioni legati al contratto di recupero crediti esternaliz­zato post cessione Npl), gli affitti delle filiali e gli immobili di proprietà non più strategici (6 milioni) e i costi di archiviazi­one e legali per recupero crediti (un milione). In attesa del via libera definito al piano industrial­e, il prossimo step vede i commissari avviare incontri con i rappresent­anti dei consumator­i. L’obiettivo è trovare l’intesa sul nodo azioni e obbligazio­ni.

L’incontro La prossima settimana è previsto un vertice con le associazio­ni dei consumator­i

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Risparmiat­ori davanti alla banca
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filiali

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