Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I volontari gettano la spugna «Non vogliono i nostri prelievi»
BARI «Sono stanco, getto la spugna»: lo sfogo del dottor Valerio Aprile verso l’Asl di Lecce ha il sapore amaro della delusione per avere dovuto interrompere, suo malgrado, l’opera di volontariato svolta in casa dei pazienti sostituendosi, di fatto, alle Usca, le équipe per l’assistenza domiciliare attese da settimane e ancora non operative. «Dal laboratorio analisi presso la Cittadella della salute di Lecce mi hanno comunicato che non posso più consegnare i prelievi di sangue fatti agli ammalati – spiega Aprile –. Davanti al silenzio dell’Asl non posso fare altro che arrendermi».
Valerio Aprile, medico di Medicina generale, insieme all’infermiera Nicoletta Pascali, anche lei volontaria, autotassandosi e con l’aiuto di alcuni imprenditori, in piena emergenza Covid – 19 ha portato ai pazienti salentini tutte le cure necessarie, sopperendo alle carenze assistenziali che il sistema sanitario regionale intende colmare attraverso le Usca. Queste ultime, stando agli annunci, avrebbero dovuto operare sin dal 24 aprile, ma ad oggi non ve ne è traccia. La “Uad19”, acronimo di Unità di assistenza domiciliare, sotto il coordinamento del dottor Aprile, ha invece all’attivo oltre 40 missioni in tutto il Salento. «Mi amareggia soprattutto l’indifferenza – confessa il medico –. Anche perché del servizio hanno usufruito gli stessi dipendenti dell’Asl che erano stati completamente abbandonati a sé stessi. Spesso siamo intervenuti su segnalazione del Dipartimento di prevenzione dell’Asl che ha molto apprezzato il nostro operato». Ma il colpo decisivo all’entusiasmo con cui si era imbarcato in questa avventura, Valerio Aprile confessa di averlo ricevuto l’altro ieri, dopo una lunga e inutile anticamera davanti all’ufficio del direttore sanitario dell’Asl, Roberto Carlà: «Sono stato convocato e ho atteso per tanto tempo, ma non mi hanno ricevuto, in barba anche alle regole della buona educazione». Il direttore generale, Rodolfo Rollo, dicendosi rammaricato e all’oscuro di tutto, riapre le porte del laboratorio analisi.
La direzione sanitaria, invece, replica derubricando la scortesia subita da Valerio Aprile a “spiacevole equivoco” e rendendosi disponibile ad un incontro immediato. Ma forse è troppo tardi.