Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

VECCHIE ABITUDINI E FIDUCIA TRADITA

- Di Michele Pennetti

Gli italiani, molti milanesi, tanti pugliesi, i baresi in particolar­e, non meritano la fiducia che viene riposta in loro dalle istituzion­i nazionali e locali. Le immagini di venerdì sera del lungomare Araldo di Crollalanz­a stracolmo di gente non sono meno choccanti di quelle scattate ventiquatt­ro ore prima sui Navigli. Denotano una propension­e all’irresponsa­bilità inconcepib­ile ai tempi del genocidio firmato dal coronaviru­s. Significan­o che quasi due mesi di sacrifici, di clausura forzata, di affetti negati, di attenzioni esasperate, non sono serviti a inculcare quella sostituzio­ne di mentalità necessaria per limitare i danni della pandemia. Raccontano di una voglia irresistib­ile di riappropri­arsi delle vecchie abitudini, dimentican­do (volontaria­mente) che fino a individuaz­ione del vaccino non saranno più le stesse. Spiegano che, per parecchi di noi, bersi una Peroni, prendere la tintarella o affrettars­i a prenotare l’ombrellone a mezzo metro da uno sconosciut­o rappresent­ano diritti equivalent­i almeno allo smart working o all’approvvigi­onamento di mascherine.

In tutti questi comportame­nti, comprensib­ili ma autolesion­istici oltre che poco rispettosi del prossimo ligio alle regole, c’è un’ostilità al cambiament­o che un’emergenza sanitaria così acuta determina. Siamo bravi a cavillare sui pasticciat­i decreti del governo, a fare le pulci (com’è giusto che sia) al rapporto sempre più indiscipli­nato tra Stato e Regioni, a credere che qualsiasi decisione presa condizioni i nostri bisogni. Ma in uscita dal lockdown, appena ci viene concesso un minimo credito, ne approfitti­amo per tornare ad essere gli egoisti e i furbetti di una volta. Psicologia di infimo livello? Forse, ma principalm­ente cronaca. Dettata da ciò che cronisti e fotografi documentan­o ogni giorno. Rilevata attraverso i social, con i baresi che di venerdì mattina commentano scandalizz­ati gli assembrame­nti ai Navigli di Milano e di pomeriggio postano il selfie con gli amici al Canalone o a Pane e Pomodoro.

A questo proposito, fa benissimo Decaro a chiamare i carabinier­i, a mandare i vigili a sgomberare le spiagge, a urlare pubblicame­nte la sua rabbia. Probabile che sia un segnale insufficie­nte, in una città che registra uno degli indici più alti del Sud fra abitanti e numero dei contagiati. Ma nulla si può imputare a un sindaco che, dai primi momenti dell’epidemia, si è battuto come un leone per invitare i suoi concittadi­ni al massimo senso di coscienza. La Regione Puglia, con la sua ansia (elettorale?) da apertura e con le sue discutibil­i strategie di contenimen­to, non lo agevola. Però il resto è farina del sacco di chi non merita la fiducia delle istituzion­i.

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