Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Code e folla, è caos al Tribunale
Nessuna risposta alle mail degli avvocati. Legali in fila: «Dignità mortificata»
Caos e code ieri mattina davanti al Tribunale di piazza De Nicola a Bari nel primo giorno della fase due della giustizia barese. La presenza fisica è prevista solo per necessità ma forse il meccanismo si è inceppato
BARI Erano decine gli avvocati in coda ieri mattina davanti all’ingresso del Tribunale di piazza De Nicola. La fase due della giustizia a Bari è iniziata nel caos: un centinaio di avvocati (penalisti e civilisti), tutti con la mascherina, hanno affollato il cortile antistante il Palagiustizia in attesa di entrare. Prima di farlo sono stati sottoposti alla misurazione delle temperatura da parte di un operatore della Croce Rossa. Al fine di contenere il rischio di contagio da Covid 19 è prevista, nella fase due, la presenza fisica in Tribunale solo per situazioni assolutamente necessarie perché il deposito di un’istanza piuttosto che il ritiro di un documento sono atti che vengono svolti in maniera telematica, così come il maggior numero di processi (sia civili che penali) viene celebrato da remoto. Ma evidentemente qualche meccanismo nei giorni scorsi si è inceppato perché - hanno spiegato alcuni avvocati -le richieste inoltrate via mail non hanno mai ricevuto riscontro, così come non hanno avuto risposta le telefonate alle cancellerie per concordare gli appuntamenti. Considerata dunque l’urgenza di alcuni atti indispensabili per andare avanti col lavoro e in vista di udienze già fissate, tantissimi avvocati sono stati costretti ad andare in Tribunale.
«Era inevitabile che il primo giorno di ripresa della decorrenza dei termini processuali ci fossero difficoltà spiega l’avvocato Guglielmo Starace, presidente della Camera penale di Bari - bisogna
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tenere presente che gli addetti all’accesso devono controllare la temperatura di chi accede e le ragioni dell’ingresso. Purtroppo gli avvocati sono in sofferenza e vorrebbero accedere ai palazzi di giustizia soltanto per partecipare alle udienze e vorrebbero risolvere telematicamente tutti gli adempimenti. Così si ridurrebbe drasticamente l’esigenza dell’accesso fisico, che sarebbe orientato soltanto verso le aule di udienza. Gli avvocati baresi - conclude Starace - non riescono ad esercitare dignitosamente la loro attività professionale ormai da due anni per i gravissimi problemi dell’edilizia giudiziaria, che incidono drammaticamente anche sulla gestione del periodo di emergenza».
Gli accessi nei Palagiustizia (sia in piazza de Nicola che in via Dioguardi) devono essere concordati e autorizzati a mezzo mail. «Spesso le mail restano senza riscontrospiega l’avvocato penalista Pasqua Facciolongo - e se una scadenza è vicina cosa si deve fare? Immagino che tutte le persone che stamattina (ieri, ndr) erano lì nel piazzale del Tribunale fossero gli avvocati che non hanno ricevuto risposta. Quindi come funziona? Nel tribunale non possiamo entrare perché dobbiamo rispettare il distanziamento sociale e poi nel piazzale quel distanziamento non c’è?».
Per affrontare l’emergenza gli avvocati hanno sottolineato più volte l’esigenza di rendere tutto telematico: non solo memorie difensive, liste testi o istanze (atti che in realtà vengono già svolti in questo modo), ma anche tutto il resto, come ad esempio, le impugnazioni o i motivi di appello. In questo modo una grossa fetta di avvocati potrebbe evitare di andare in Tribunale. Allo stesso modo hanno suggerito altre iniziative per evitare che il processo penale venga celebrato da remoto, una scelta ritenuta «incostituzionale».
«Una soluzione potrebbe essere trovata se tutti insieme ci confrontassimo - aggiunge ancora Facciolongo - non è possibile che debbano essere celebrati solo tre processi al giorno. Se ne potrebbero fare dieci in maniera scaglionata, si intende. Abbiamo suggerito di utilizzare, per esempio, l’aula della Corte di Assise del tribunale. Possiamo fare le udienze dalle 8 del mattino alle 20 o celebrarle di sabato. Si potrebbero ripristinare, se necessario, anche le sezioni distaccate o si potrebbe utilizzare un padiglione della Fiera del Levante. Insomma le soluzioni possiamo trovarle perché la giustizia deve tutelare tutti» conclude l’avvocato. Ingressi scaglionati ieri mattina anche nell’edificio di via Dioguardi, al quartiere Poggiofranco dove si svolgono le udienze penali e dove ha sede la procura. Davanti gli ingressi dei palazzi di giustizia ci sono i cartelli informativi che ricordano l’obbligo di indossare la mascherina e la distanza interpersonale di almeno un metro.
Guglielmo Starace Era inevitabile che ci fossero difficoltà
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Pasqua Facciolongo Si entra autorizzati Ma le mail sono senza riscontro