Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Ripartenza Lecce il 13 giugno Sticchi Damiani rimane cauto

In campo il 13 giugno Due partite a settimana e si chiude ad agosto Il presidente cauto: «Ci muoviamo nella totale incertezza»

- di Claudio Tadicini

LECCE Il Lecce e la serie A sono pronti a tornare in campo il 13 giugno, ma l’ultima parola spetterà al governo. Lo ha deciso ieri l’assemblea dei presidenti dei club di A che, in videoconfe­renza, ha votato (16 favorevoli, 4 contrari) sulla possibile ripartenza del campionato a metà giugno. Una data ipotetica che consentire­bbe di concludere il campionato entro il 2 agosto, con un fitto calendario costellato da gare infrasetti­manali, per poter disputare le giornate mancanti - oltre ai 4 recuperi giocando una partita ogni tre giorni. Tutte di sera e con gli stadi chiusi.

Il «nodo» cruciale resta sempre la sicurezza dei calciatori e dunque il protocollo del Comitato tecnico scientific­o del governo, le cui indicazion­i ieri sono state raccolte dalla Figc, che ha provveduto a riadattare il proprio protocollo per consentire la ripresa degli allenament­i collettivi il prossimo 18 maggio. Giorno in cui le squadre di A inizierann­o il proprio blindatiss­imo ritiro: il Lecce, salvo imprevisti, lo svolgerà presso l’Acaya Golf Club, struttura già utilizzata anche quest’anno per gran parte degli allenament­i dei ragazzi di mister Fabio Liverani.

I diktat del Cts, come noto, riguardano la quarantena delle squadre in caso di nuovi positivi al Covid-19, la responsabi­lità dei medici sportivi delle società nonché la necessità che l’esecuzione dei tamponi non vada a discapito dei cittadini. Ma non mancano le criticità: su tutte quella della quarantena obbligator­ia di 14 giorni per l’intera squadra del calciatore positivo e per quella avversaria, che costringer­ebbe le due compagini a saltare quattro, cinque match o anche più.

La soluzione potrebbe essere quella di un protocollo a step: il primo relativo alla ripresa degli allenament­i di squadra ed il secondo che riguarda la ripresa del campionato, per non rischiare che il calcio italiano - se il problema coronaviru­s dovesse ripresenta­rsi anche ad ottobre - sia costretto a fermarsi nuovamente, e per chissà quanto tempo, in attesa del vaccino risolutivo.

«Pur muovendoci nella totale incertezza e con tanti punti interrogat­ivi - dichiara il presidente dell’Us Lecce Saverio Sticchi Damiani - siamo soddisfatt­i che si ragioni in un’ottica di responsabi­lità. Restano da definire altri aspetti, come quello dei prestiti in scadenza: ha senso ripartire solo con l’organico al completo, ma queste decisioni devono essere prese dall’alto. Sul fronte stipendi stiamo per raggiunger­e un accordo di squadra: i termini non sono stati ancora stabiliti, ma l’intesa non è lontana».

Che il protocollo presenti grosse criticità ne è convinto anche il dottor Giuseppe Palaia, responsabi­le sanitario del Lecce, che lo definisce un «castello di sabbia a rischio crollo». «La quarantena è il casus belli tra il Cts del governo e quello della Figc. Dobbiamo evitare in tutti i modi nuove positività, o si bloccherà tutto. Si stanno caricando di troppa responsabi­lità i medici sociali, che tra l’altro non hanno un contratto federale, ma ad personam. La responsabi­lità dovrebbe esserci soltanto in caso di dolo».

Sticchi Damiani I prestiti scadono a giugno, ha senso tutto con la rosa al completo

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La partita del Lecce contro la Juventus nel campionato di serie A
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