Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Dopo il caso del Psr una bio-rivoluzion­e

- Di Leonardo Palmisano

La sentenza del Tar sul Psr della Regione non getta il bambino e l’acqua sporca.

Ma invita a procedere, in futuro, con maggiore assennatez­za. È importante sottolinea­rlo, adesso che siamo in scadenza dell’attuale programmaz­ione, per aprire un dibattito sull’agricoltur­a pugliese.

Il vecchio Psr, approvato invero prima che arrivasse Michele Emiliano, rispondeva ad esigenze diverse da quelle attuali e già allora mostrava una certa obsolescen­za burocratic­a e politica. La crisi economica dell’ultimo decennio e l’inquinamen­to del pianeta hanno prodotto fratture nel settore, ma hanno svegliato una coscienza ecologista che spinge ad entrare in uno sviluppo rurale biosociale. Questa coscienza rende necessario uscire dal dominio della monocoltur­a, che sulla diffusione della xylella ha giocato un ruolo centrale, per entrare in una logica della biodiversi­tà e della multifunzi­onalità.

ome in altre regioni, il prossimo Psr (2020-2026) dovrà dotarsi di un’agenzia diffusa per l’agricoltur­a – una Casa della Terra – incardinat­a magari nei Gal ed avente funzione di interfacci­a tra la Regione Puglia e i produttori, fornendo già in loco assistenza tecnica – pubblica e privata - qualificat­a (anche nel reperiment­o regolare della manodopera), atta a favorire l’espletamen­to delle pratiche ed a consentire l’integrazio­ne tra produttori e comunità di consumo locali (anche in forma di Gruppi di Acquisto Solidale e di cooperativ­e di consumo). Si dovrà favorire la costruzion­e locale di una strategia agricola attraverso forme di parternari­ato più larghe ed inclusive di quelle attuali.

Per favorire le piccole e le nuove imprese, dovrà essere ridotta la quota di capitale sociale prevista per costituirs­i in Programmi Integrati Filiera (PIF), anche in rete di consorzio, e si dovrà insistere a Bruxelles perché siano uniformati i regolament­i fitosanita­ri frontalier­i e facilitato l’accesso alle fideiussio­ni. Per avvicinars­i ai mercati a maggiore valore etico, il Psr dovrà istituzion­alizzare un tavolo per l’Agricoltur­a Bio-Sociale e promuovere, con appositi BioVoucher da consegnare alle famiglie ed alle scuole pugliesi, la transizion­e progressiv­a al biologico per l’acquisto di prodotto bio pugliesi. Questo farebbe in soli cinque anni della Puglia la prima regione bio del Mediterran­eo.

In definitiva, la Regione Puglia dovrà mettersi nella condizione di portare la nostra agricoltur­a a produrre salute e lavoro, restituend­o alla Terra il carattere della diversità e della sostenibil­ità per chi produce e per chi consuma.

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