Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Casse dei Comuni vuote L’Anci pronta a fermare tutti i servizi essenziali
Vitto: «Comuni senza più soldi Bloccheremo i servizi essenziali»
Isindaci pugliesi sono pronti a bloccare i servizi essenziali per i cittadini. A minacciarlo è Domenico Vitto, presidente regionale dell’Anci: «Non abbiamo più soldi a causa dell’emergenza Covid, siamo allo stremo».
BARI «Siamo a un punto di non ritorno: i sindaci, ovvero lo sportello dei cittadini, hanno poche cose da dire a chi chiede un aiuto e indicazioni su come andare avanti. Per questo i Comuni chiedono alle altre istituzioni di fare meno annunci portando a conclusione azioni concrete. La situazione sta diventando drammatica e la tenuta sociale è a rischio». Domenico Vitto, presidente regionale dell’Anci, torna a lanciare l’allarme sulle conseguenze economiche provocate dal Covid-19. E mette in evidenza i ritardi: dal mancato sostegno al sistema produttivo alla carenza di regolamentazione sulla Fase 2.
Presidente Vitto, da Governo e Regione arrivano tanti annunci. Ma poi si scopre che i cittadini vivono una realtà opposta. Cosa non quadra?
«È come se si vivesse in realtà parallele: ciò che si sente in conferenze stampa e annunci televisivi non combacia con la realtà fatta di continue emergenze. Di problemi seri a cui spesso non possiamo dare risposte».
Ci può fare qualche esempio di disagio?
«C’è chi semplicemente non ha soldi per fare la spesa. Le attività commerciali nelle città sono allo stremo: i titolari ci chiedono di non pagare le tasse locali come Tari, Tosap o i fitti dei locali. È bene ricordare che molte realtà vengono da situazioni difficili: molti negozianti si erano già indebitati magari per fare nuovi investimenti. Ma ora il mercato è crollato e l’unica via sa imboccare è dare soldi a fondo perduto».
I Comuni in che situazione si trovano?
«Stiamo andando avanti con i residui di bilancio. Spiace dirlo, ma tra qualche giorno saremo costretti a bloccare
servizi essenziali. È a rischio la raccolta dei rifiuti, come l’illuminazione pubblica e la manutenzione degli edifici. Non parliamo dell’assistenza sociale».
Perché non avete risorse in bilancio?
«I Comuni vivono di tassazione locale, ma la congiuntura economica, come ovvio, ci ha spinto a bloccare le riscossioni fino a maggio. E molte amministrazioni sapendo che la collettività non è in grado di far ripartire la macchina del lavoro stanno posticipando questo termine alla fine di giugno».
Eppure, basterebbe riaprire le attività come previsto dalla Fase 2.
«Siamo ancora in attesa di conoscere le linee guida. È tutto fermo mentre il disagio aumenta. Basta prendere in esame la situazione dei borghi. La gran parte delle attività è già in deroga perché in locali antecedenti al 1942. Cosa dobbiamo dire a questi operatori? Le regole previste non consentono il distanziamento sociale e anche sui suoli pubblici va fatta un’operazione di semplificazione».
E per le spiagge pubbliche?
«Brancoliamo nel buio. Dicono che dovremmo regolare gli ingressi. Ma dove sono i soldi? E il personale per controllare? Tra 15 giorni avremo già la gente in mare».