Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LE PORTE LATERALI DELL’UMANITÀ
Aspettando le banche, riecco gli uomini. In attesa dei bonifici, si rivedono i buoni. O forse ci sono sempre stati, ma il modo in cui vivevamo non permetteva che ce ne accorgessimo. Le parrocchie delle maggiori città e dei più piccoli paesi della Puglia, esattamente come quelle di molte altre regioni italiane, sono state inondate dalla solidarietà (e in molti casi anche dalla concreta generosità) di professionisti, operai, volontari, credenti, gente comune che ha dismesso biciclette, servizi di piatti e stoviglie, vecchi mobili, scarpe, indumenti e giocattoli per bambini. Ben più di una raccolta, un tam tam catacombale più simile a una sommossa. Una sensibilità e una spontaneità, come spesso accade in momenti drammatici come questo, sono emerse con una forza e sotto una luce differente. Oggetti che normalmente sarebbero finiti nei cassonetti dei rifiuti, ma che da due mesi a questa parte sommergono i veri sportelli bancari di questa emergenza tutta Italiana, tutta pugliese. Le sacrestie.
Le chiese sono tornate al centro del villaggio, ma al di là dell’occasione a cui si presta il proverbio (di origine francese) si avverte nell’aria una rinnovata spiritualità, una più convinta condivisione della missione cristiana. Tutto questo, sembra un paradosso e forse sarebbe bene rifletterne meglio, mentre le chiese aspettano di riaprire. Anzi, sono state proprio le porte laterali, quelle semichiuse e sempre un po’ nascoste delle sacrestie, a incoraggiare anche chi in chiesa non ci andava da anni, a fargli chiedere se questo virus oltre alla morte e alla fame avesse portato anche un po’ d’umanità. Pacchi di pasta, generi alimentari e abiti dismessi, perché i nuovi poveri del coronavirus oltre che della dignità non siano privati anche del diritto alla sopravvivenza. Al punto che alcune parrocchie sono state costrette ad affiggere avvisi fuori dalle porte, più dei soldi in questo momento servono sorrisi.
Chi scrive – poco importa se in solitudine o in buona compagnia – ritiene che questa epidemia restituirà al mondo una “specie umana” ancora più feroce e predatoria di quella che ha trovato, proprio perché sentendo la terra franare sotto i piedi tenderà a sottomettere tutto ciò che aveva tralasciato, con un cinismo e una violenza che potrebbero farci rimpiangere questa clausura. Al tempo stesso sorprendono fino a commuovere certe cure, cautele e carezze dell’anima, che vanno ascritte al credo inconsapevolmente più diffuso al mondo: la religione dei piccoli gesti. Aspettando le banche si sono rivisti gli uomini. O forse ci sono sempre stati, e non si vedono perché entrano nelle nostre vite dalle porte laterali.