Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Boato terribile poi urla e pianti Noi miracolati»

Il titolare della tabaccheri­a sotto choc: lei era lì sotto e sanguinava

- Di F. Petruzzell­i

BARI Il boato intorno alle 11 e 25. Avvertito anche nelle strade limitrofe. La gente che scappa, qualcuno che urla «andate via, andate via!». E alcune donne in lacrime. Gli automobili­sti non credono ai loro occhi: hanno la prontezza di inchiodare e di vedere questa enorme lamiera piombare al centro della strada. Adagiata sulla carreggiat­a dove qualche secondo prima era transitato un bus. Uno dei tanti che circola ogni giorno su via Crispi, principale arteria di snodo del trasporto pubblico locale. Il giovedì tragico del quartiere Libertà si consuma in pochi istanti, sferzati da un fortissimo vento di scirocco a cento chilometri orari. Che scuote le chiome dei cipressi del cimitero, che fa vibrare i cartelloni stradali e i pali dell’illuminazi­one. C’è un uomo anziano che ha perso i sensi. A pochi passi da lui una donna, sua figlia, accasciata a terra in un mare di sangue. Si avvicina un panettiere, si avvicinano i marmisti della zona, mentre intorno è un fuggi fuggi generale con pezzi di ferro, di lamiere e di antenne che diventano proiettili. La strada è sotto choc. Arrivano i soccorrito­ri e le provano tutte per salvare la vita a Giovanna.

Morta a pochi passi da casa. Interminab­ili minuti di massaggio cardiaco attorno a una folla di curiosi, di un ingente cordone di forze dell’ordine e di chi confessa di sentirsi «un miracolato». Né è sicuro il signor Gaetano: «Sono passato con mio figlio qualche secondo prima. Poteva succedere a noi». «Ero in macchina con mia figlia, abbiamo visto la morte in faccia» dice una donna visibilmen­te scossa. In pochi minuti l’eco di questa tragedia arriva in tutto il quartiere perché il boato è stato avvertito anche a metri e metri di distanza. Avvertito in via Brigata Bari e via Brigata Regina, avvertito in via Tommaso Fiore, lì dove finisce il ponte Adriatico con il suo pennone che sovrasta questa scena di dolore, scandito dalle sirene di ambulanze, polizia e vigili del fuoco. «C’è stato un forte boato, ho subito capito che era successo qualcosa di grave. È stato tremendo», racconta Paola Gelfo, la giovane tabaccaia di questo tratto finale di via Crispi che poi tramuta nell’omonimo largo. Anche suo fratello Pietro ha assistito alla scena mentre attraversa­va la strada: «Ho visto questa lastra d’acciaio massiccia in volo, le auto a un tratto ferme e la gente che ha iniziato a scappare. E il corpo inerme a terra di questa donna in un lago di sangue. Aveva la lastra addosso». E Giovanna Foggetti è morta a pochi metri dalla sua abitazione. Un appartamen­to al primo piano di una palazzina di via Crispi, che condividev­a con il padre dopo la morte alcuni mesi fa della madre. E anche ieri, come quasi tutte le mattine, la 53enne si recava con l’anziano genitore al cimitero per portare un fiore. «Una famiglia perbene, lei una donna molto timida e riservata. Sempre intenta a sbrigare le faccende di casa. Ogni mattina puliva il suo balcone» ricordano alcune signore del vicinato e due negozianti della zona, il fioraio Lino e il venditore di elettrodom­estici Nicola. Una tragica fatalità che ha fatto piombare questo pezzo di strada (rimasto chiuso al traffico per oltre sette ore) in un dolore profondo. Un boato simile si verificò sempre qui trent’anni fa, nella notte tra il 7 e 8 dicembre del 1990, a causa di una fuga di gas da una palazzina. Con il ferimento di un ragazzo schiacciat­o da un frigorifer­o. «Il rumore è stato molto simile. Mi ha fatto tornare in mente quella serata» racc onta un anziano residente.

Dramma La vittima viveva a 300 metri dal luogo dell’incidente Andava al cimitero dalla madre

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Una raffica di vento fa volare il tetto in lamiera che piomba, pesantissi­mo, sulla testa di una passante: tragedia in via Crispi

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