Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Napoli 1965, le foto di Pino Pascali in rete
La Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare rilancia, in modalità virtuale, la mostra «Pino Pascali. Fotografie» che aveva incassato positivi riscontri alla 58esima Biennale di Venezia, dove era stata presentata tra le mostre collaterali della rassegna lagunare e prima ancora nella sede del museo. Per chi avesse mancato entrambi gli appuntamenti è ora disponibile, sulla piattaforma museovirtualepinopascali.it (realizzata in collaborazione con myphotoportal), l’intero percorso espositivo ossia oltre 90 scatti prodotti da Pascali nel 1965. Anno in cui per conto della Lodolofilm si avventura con la sua Leinhof tra Napoli, Capri e Ischia alla ricerca di spunti iconografici per il Carosello della Cirio, calandosi in un mood partenopeo grazie al quale rilegge stereotipi abusati rianimandoli con più freschi approcci. Vagando con occhio vorace, l’artista sorprende un paesaggio urbano gravido di tradizioni popolari e di pratiche sociali ancora affidate all’esuberanza vitalistica di personaggi come Pulcinella e Pazzariello, in seguito impersonati dallo stesso Pascali, danzante, nello spot Cirio.
Non mancano aperture neorealistiche verso bambini di strada stigmatizzati in volti scaltri e spensieratamente inconsapevoli del degradato contesto dei rispettivi quartieri popolari; o fughe visionarie su paesaggi urbani limitati agli arredi di pietra in fogge di animali. Forme scolpite da un virtuoso bianco/nero anche per le fotografie dei laghetti con cigni che più tardi compariranno nelle sue famose tele centinate in asciugate e più minimaliste tensioni plastiche. Ritroviamo anche la sensibilità pascaliana verso i marchingegni di ogni tipo poi elaborata nelle ludiche installazioni di armi e giocattoli, come pure l’attrazione verso il mare qui celebrato con immagini di pescatori, di imbarcazioni, di porti e di reti stese. Spunti preziosi per quando Pascali potenzierà il tema marinaro affidandolo a materiali eterogenei, dalle sagomate centinate alla lana d’acciaio. Del resto le immagini, selezionate da Antonio Frugis e Roberto Lacarbonara, raccontano sia di materiali finiti, confluiti negli spot per la Lodolofilm, sia di dettagli visivi, appunti propedeutici per il lavoro futuro dove assumeranno autonome consistenze.