Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Cassa integrazione, l’Inps a rilento «Non pagati centomila lavoratori»
Ieri vertice con i sindacati per la tipologia in deroga La Cgil: «Riceviamo telefonate da tanti disperati» Bonus 600 euro: soddisfatte oltre 300 mila richieste
BARI La stima arriva prendendo in esame la capacità settimanale di elaborazione delle domande da parte dell’Inps: circa 40-45 mila. Così, numeri alla mano, ci vorranno non meno di tre settimane per liquidare gli assegni degli ammortizzatori sociali. Il bilancio sul trend della Puglia (al 14 maggio scorso) è stato effettuato nel corso di una videoconferenza a cui hanno partecipato i vertici locali dell’Istituto nazionale previdenza sociale, la Regione e i sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl).
Il primo focus riguarda l’erogazione della cassa integrazione ordinaria. A livello territoriale le domande pervenute sono 21.860 a fronte di 20.368 definite (il 93%). In base a tali istanze sono stati predisposti pagamenti per 62.203 lavoratori, ma non sono stati forniti i numeri complessivi dei soggetti che avrebbero diritto al pagamento. La provincia con una tiratura maggiore è quella di Bari con 7.261 domande pervenute e 6.381 definite (88%). I pagamenti, invece, interessano 19.319 lavoratori. Differente è la situazione per il Fis (Fondo di integrazione salariale). Si tratta della misura diretta alle categorie escluse dalla cassa integrazione ordinaria da 15 dipendenti in su (e in alcuni casi anche dai 6 ai 15 dipendenti). Sempre a livello regionale le domande pervenute ammontano a 7.189 e di queste 3.771 sono state definite (solo il 52%). Grazie a tale lavoro sono stati disposti pagamenti per 9.624 lavoratori. Va male la provincia di Bari che su 2.861 domande ha visto definirsi pratiche per il 34% (966 fascicoli) e 2.107 lavoratori. L’area che ha ottenuto il risultato migliore è quella di Casarano con 389 istanze di cui 370 definite (95%) e 1.202 lavoratori pagati. La situazione peggiore, tuttavia, è quella della cig in deroga. La fase gestita dalla Regione, che ha raccolto e distribuito la documentazione, si è chiusa con 36.788 domande per 125.251 lavoratori interessati, 19,1 milioni di ore richieste e 154,7 milioni di spesa complessiva. Ma al vaglio dell’Inps i numeri sono stati corretti con l’eliminazione delle doppie domande e delle sovrapposizioni. Allo stato attuale risultano 26.295 domande pervenute e 16.138 definite per 15.123 pagamenti disposti. In quest’ultimo caso l’aggiornamento a ieri indicava 117 mila richiedenti complessivi (non le domande) per il versamento effettuato in favore di 16.714 lavoratori (si tratta di aziende fino a 5 dipendenti, partite iva e liberi professionisti). La percentuale dei pagamenti rispetto ai richiedenti è del 14,2%. Ovvero: solo una parte residuale ha ottenuto l’indennità di marzo e aprile. L’Inps, tuttavia, ha spiegato che il personale dedicato alle pratiche è stato aumentato e si è passati dalle 3-3.500 pratiche settimanali alle 7 mila. Ma l’obiettivo è salire fino a 40-45 mila.
«Capisco che c’è un carico di lavoro anomalo - afferma Giuseppe Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia -, ma la gran parte delle persone toccate dalla crisi non ha ancora ricevuto la cosiddetta indennità Covid. Continuiamo a ricevere telefonate di persone disperate perché non hanno i soldi per fare la spesa. Bisognerebbe accelerare con l’istituzione di task force specializzate». In verità un altro sistema per accelerare i pagamenti c’è. Ed è quello di recarsi in banca per un’anticipazione in 48 ore seguendo le disposizioni indicate nel protocollo d’intesa sottoscritto con gli istituti di credito. «Purtroppo - conclude - il meccanismo non sta funzionando. Troppe pratiche non vengono portate a buon fine». Infine, il dato che interessa i 600 euro una tantum indica il pagamento in favore di 318 mila persone su 408 mila richieste. Anche in questo caso si attende.
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Giuseppe Gesmundo Possono recarsi in banca per chiedere l’anticipazione, ma lo strumento non sta funzionando. Ci sono troppi ostacoli.