Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il Lecce rinvia il mini-ritiro Palaia attacca: «Scudo penale per i medici»

- Claudio Tadicini

LECCE La data prevista per la ripresa degli allenament­i di gruppo si avvicina, ma nel mondo del calcio continuano a regnare incertezze e perplessit­à. A tenere banco è ancora il protocollo medico del governo che, nonostante appena mercoledì sia stato accolto dalla Figc e dai club di A, l’indomani ha incontrato la levata di scudi di oltre la metà delle società (11 su 20), che lo riterrebbe inadeguato per consentire la ripartenza e, soprattutt­o, la conclusion­e del campionato. E non soltanto per la quarantena obbligator­ia prevista per staff e squadra in caso di positività di un calciatore, che rischiereb­be di fermare nuovamente l’intero carrozzone. L’Us Lecce non è tra questi club e, anzi, continua a seguire per quanto possibile le disposizio­ni del Comitato tecnico scientific­o, avvicinand­osi così a piccoli passi a quella «normalità» che manca da oltre due mesi.

Dopo avere eseguito a tutti i calciatori i test sierologic­i (risultati negativi), nella giornata di ieri i medici sociali dei gialloross­i – Giuseppe Palaia e Giuseppe Congedo – hanno eseguito sugli atleti anche i tamponi, per avere la conferma che tra i salentini non ci siano casi di Covid positivi. E nei prossimi giorni saranno svolti pure esami di laboratori­o, oltre a prove cardiovasc­olari e spirometri­che, per attestare l’idoneità agonistica di tutti gli atleti alla corte del tecnico Fabio Liverani.

Ieri si è tenuto un incontro tra Figc, Lega Serie A, Fmsi (Federazion­e medici sportivi italiani) ed il rappresent­ante dei medici di A, per elaborare alcune integrazio­ni al protocollo - che saranno vagliate dal governo - finalizzat­e a risolvere i nodi cruciali che spaventano gli addetti ai lavori: quarantena, ritiro precampion­ato e responsabi­lità penale dei medici sociali.

In attesa delle decisioni governativ­e, intanto, slitterà per molti l’inizio del ritiro (inizialmen­te previsto per il 18 maggio): il Lecce, che ha già individuat­o la struttura in cui svolgerlo, lo ha posticipat­o di qualche giorno, in attesa degli eventi e di una maggiore elasticità degli organi decisional­i.

«Il calcio è uno sport di contatto – dichiara il responsabi­le sanitario dei salentini Giuseppe Palaia – bisogna cambiare l’approccio alla prevenzion­e, per non cambiare il gioco del calcio: la quarantena, così come vale per le persone normali, deve valere anche per gli atleti, altrimenti diventa tutto un compromess­o. Sulla responsabi­lità dei medici vogliamo uno scudo penale, che ci preservi da brutte sorprese».

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Il medico Giuseppe Palaia
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