Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Lecce rinvia il mini-ritiro Palaia attacca: «Scudo penale per i medici»
LECCE La data prevista per la ripresa degli allenamenti di gruppo si avvicina, ma nel mondo del calcio continuano a regnare incertezze e perplessità. A tenere banco è ancora il protocollo medico del governo che, nonostante appena mercoledì sia stato accolto dalla Figc e dai club di A, l’indomani ha incontrato la levata di scudi di oltre la metà delle società (11 su 20), che lo riterrebbe inadeguato per consentire la ripartenza e, soprattutto, la conclusione del campionato. E non soltanto per la quarantena obbligatoria prevista per staff e squadra in caso di positività di un calciatore, che rischierebbe di fermare nuovamente l’intero carrozzone. L’Us Lecce non è tra questi club e, anzi, continua a seguire per quanto possibile le disposizioni del Comitato tecnico scientifico, avvicinandosi così a piccoli passi a quella «normalità» che manca da oltre due mesi.
Dopo avere eseguito a tutti i calciatori i test sierologici (risultati negativi), nella giornata di ieri i medici sociali dei giallorossi – Giuseppe Palaia e Giuseppe Congedo – hanno eseguito sugli atleti anche i tamponi, per avere la conferma che tra i salentini non ci siano casi di Covid positivi. E nei prossimi giorni saranno svolti pure esami di laboratorio, oltre a prove cardiovascolari e spirometriche, per attestare l’idoneità agonistica di tutti gli atleti alla corte del tecnico Fabio Liverani.
Ieri si è tenuto un incontro tra Figc, Lega Serie A, Fmsi (Federazione medici sportivi italiani) ed il rappresentante dei medici di A, per elaborare alcune integrazioni al protocollo - che saranno vagliate dal governo - finalizzate a risolvere i nodi cruciali che spaventano gli addetti ai lavori: quarantena, ritiro precampionato e responsabilità penale dei medici sociali.
In attesa delle decisioni governative, intanto, slitterà per molti l’inizio del ritiro (inizialmente previsto per il 18 maggio): il Lecce, che ha già individuato la struttura in cui svolgerlo, lo ha posticipato di qualche giorno, in attesa degli eventi e di una maggiore elasticità degli organi decisionali.
«Il calcio è uno sport di contatto – dichiara il responsabile sanitario dei salentini Giuseppe Palaia – bisogna cambiare l’approccio alla prevenzione, per non cambiare il gioco del calcio: la quarantena, così come vale per le persone normali, deve valere anche per gli atleti, altrimenti diventa tutto un compromesso. Sulla responsabilità dei medici vogliamo uno scudo penale, che ci preservi da brutte sorprese».