Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Dalla Dc a FI, ma sempre democristi­ano e un po’ radicale

- Di Francesco Strippoli

Il nome Alfredo sta sulle carte, per tutti è Ninni. Non particolar­mente noto, ma inserito nella storia (e nel sottobosco politico) della città di Bari. Per sé potrebbe usare un’espression­e famosa: «Non sono io che mi muovo, sono gli altri che si muovono attorno a me. Io, in fondo, sono sempre stato democristi­ano». Il 64 enne imprendito­re barese Ninni Borzillo esordisce alla politica negli anni Ottanta, nel movimento giovanile della Democrazia cristiana, collaborat­ore di un nome noto di quegli anni, Gabriele Di Comite, allora dirigente di rango della Dc. Dopo l’irruzione della seconda Repubblica, Borzillo approda a Forza Italia, di cui diventa e resta segretario provincial­e fino ai primi anni Duemila, uomo di fiducia del lucano Guido Viceconte, fondatore di FI in Puglia. Resta ai vertici baresi del partito fino all’arrivo di Raffaele Fitto (alla Regione e in FI), poi viene sostituito. Scompare dalla scena ma resta nel sottobosco politico: è commissari­o dell’Apt (azienda provincial­e di promozione turistica). Lascia FI prima della fusione con An e la nascita del Pdl (2008). Si schiera poi con Scelta civica (movimento fondato da Mario Monti) e poco dopo passa, sul piano locale, con Realtà Italia (creatura dall’avvocato barese Giacomo Olivieri). Si lega nel frattempo ad un altro ex dc, ex FI e pure lui lucano ma molto presente in Puglia: è il più volte sottosegre­tario Angelo Sanza. Ne segue le sorti e con lui si ritrova nel Centro democratic­o, formazione guidata da Bruno Tabacci, che nel 2018 si ritrova con i radicali di Emma Bonino a costituire +Europa. Borzillo si candida, in quota centrista, ma senza successo. Un anno prima, nel 2017, era stato indicato da Michele Emiliano ad un compito che faceva tremare i polsi, commissari­o dei 4 dei 6 consorzi di bonifica: sono quelli oberati da una montagna di debiti e finiti un unico grande ente consortile. È un segnale di Emiliano al mondo centrista. Alcuni dicono che Borzillo non «è stato lì a scaldare la sedia, i risultati si vedranno». Altri neppure commentano: «L’uomo nel posto sbagliato».

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