Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dalla Dc a FI, ma sempre democristiano e un po’ radicale
Il nome Alfredo sta sulle carte, per tutti è Ninni. Non particolarmente noto, ma inserito nella storia (e nel sottobosco politico) della città di Bari. Per sé potrebbe usare un’espressione famosa: «Non sono io che mi muovo, sono gli altri che si muovono attorno a me. Io, in fondo, sono sempre stato democristiano». Il 64 enne imprenditore barese Ninni Borzillo esordisce alla politica negli anni Ottanta, nel movimento giovanile della Democrazia cristiana, collaboratore di un nome noto di quegli anni, Gabriele Di Comite, allora dirigente di rango della Dc. Dopo l’irruzione della seconda Repubblica, Borzillo approda a Forza Italia, di cui diventa e resta segretario provinciale fino ai primi anni Duemila, uomo di fiducia del lucano Guido Viceconte, fondatore di FI in Puglia. Resta ai vertici baresi del partito fino all’arrivo di Raffaele Fitto (alla Regione e in FI), poi viene sostituito. Scompare dalla scena ma resta nel sottobosco politico: è commissario dell’Apt (azienda provinciale di promozione turistica). Lascia FI prima della fusione con An e la nascita del Pdl (2008). Si schiera poi con Scelta civica (movimento fondato da Mario Monti) e poco dopo passa, sul piano locale, con Realtà Italia (creatura dall’avvocato barese Giacomo Olivieri). Si lega nel frattempo ad un altro ex dc, ex FI e pure lui lucano ma molto presente in Puglia: è il più volte sottosegretario Angelo Sanza. Ne segue le sorti e con lui si ritrova nel Centro democratico, formazione guidata da Bruno Tabacci, che nel 2018 si ritrova con i radicali di Emma Bonino a costituire +Europa. Borzillo si candida, in quota centrista, ma senza successo. Un anno prima, nel 2017, era stato indicato da Michele Emiliano ad un compito che faceva tremare i polsi, commissario dei 4 dei 6 consorzi di bonifica: sono quelli oberati da una montagna di debiti e finiti un unico grande ente consortile. È un segnale di Emiliano al mondo centrista. Alcuni dicono che Borzillo non «è stato lì a scaldare la sedia, i risultati si vedranno». Altri neppure commentano: «L’uomo nel posto sbagliato».