Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Media di 12 a classe: per gli studenti serve il doppio delle aule
Pronte le linee guida del governo per la ripresa delle lezioni A livello regionale la media è di 21,34 alunni per contenitore
Prima dell’emergenza coronavirus, nelle classi delle scuole pugliesi di ogni ordine e grado entrava una media di 21,34 studenti. Dal prossimo autunno, quando saranno in vigore le linee guide che verranno presentate lunedì dal governo, ne potranno accedere solo 12. Manca perciò quasi la metà delle aule.
BARI Sono centinaia le audizioni già fatte dal professor Patrizio Bianchi, l’ex rettore ferrarese che dopo essersi occupato di scuola nel post terremoto dell’Emilia Romagna è stato chiamato dalla ministra della Pubblica istruzione Lucia Azzolina a guidare una task force che entro lunedì probabilmente licenzierà il report finale del proprio lavoro, il primo di tutte le task force al lavoro. Il gruppo da un lato si è occupato della scuola nel medio periodo, dall’altro si è cimentato con la campanella che a settembre suonerà per 22 milioni di persone, tra studenti, docenti, personale non docente e genitori. Una cifra mostruosa di cui una parte, circa il 6%, parla pugliese e di cui è necessario fare la radiografia per capire l’entità del problema che ha due imperativi: in autunno le lezioni devono ripartire regolarmente e tutti devono studiare e lavorare in sicurezza. Cosa farà il Covidi 19 da qui a settembre nessuno può dirlo, ma ci sono strumenti e tempi per prepararsi nel miglior modo possibile. Le direttrici della task force prevedono che in ogni classe non possano esserci più di 10-12 alunni e poiché la media di affollamento delle classi pugliesi é di 21,34 studenti è evidente che si dovrà andare al loro raddoppio.
Ma come farlo? Utilizzando gli spazi comuni, come palestre, aule magne, che per l’anno scolastico 2020-2021 dovranno svolgere un’altra funzione. Ma mettendo nel conto anche i doppi turni, contro cui oggi pomeriggio scenderanno in piazza le famiglie. Sdoppiare le classi (in Italia sono 30 mila quelle da dividere) significa aumentare gli organici dei docenti e del personale Ata, acronimo che sta per amministrativi, tecnici ed ausiliari: il numero di costoro (sono 14.768 in Puglia) è deciso in base ad una proporzione sul numero degli studenti, ma anche sugli eventuali doppi turni.
Quanto ai docenti è in piedi da un anno un concorso per i precari con alle spalle 3 anni di insegnamento: è un iter complesso che dovrebbe immettere nella scuola a livello nazionale 16mila insegnanti, comunque insufficienti rispetto ai circa 80mila di cui si necessita in questo anno di emergenza.
«Per farvi fronte - suggerisce Claudio Menga, segretario pugliese della Cgil scuola si potrebbero fare assunzioni attingendo dalle attuali gragazzi,
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duatorie».
Negli ultimi 5 anni, a causa della denatalità, il numero di studenti in Puglia è passato da 638.020 a 566.157, cioè meno 71.863 alunni. Un ridimensionamento che non cambia l’entità della questione: si tratta di gestire non solo la presenza in classe, da garantire assolutamente non solo nella scuola dell’infanzia e ma anche della primaria e della secondaria di primo grado, cioé elementari e medie, ma anche gli afflussi e i deflussi.
Sono 2.523 gli edifici scolastici pugliesi, non tutti con molteplicità di ingressi attraverso cui far transitare i rai docenti e non docenti, per questo si è anche ipotizzato di scaglionare nell’arco di un’ora ingressi e uscite, mettendo nel conto inevitabili disagi per chi dovrà accompagnare, per esempio, più di un figlio nella stesa scuola o in scuole diverse.
Differente il discorso per il ciclo delle secondarie di secondo grado, cioé licei, tecnici e professionali: si sa già che le lezioni in parte seguiranno le modalità adottate in questi mesi di lockdown, cioè si svolgeranno da remoto.
Ma qui si apre il capitolo delle risorse: il 24% delle famiglie italiane è privo di connessione internet, al Sud questa proporzione aumenta; così come aumenta la percentuale dei ragazzi con competenze fragili: In Italia rappresentano il 40%, il doppio della media europea.
Come sanare questa disparità? Se nel decreto Rilancio -aggiunge Genga - «non ci sono risorse per un piano straordinario di assunzioni del personale docente e Ata che duri per tutta l’emergenza, non si registra neanche un cambio di passo rispetto a tanti anni di investimenti», compresi quelli per l’edilizia scolastica.
Claudio Menga Per i docenti si potrebbe attingere dalle graduatorie