Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Mittal, il prefetto rassicura gli operai «Avanti anche senza la multinazionale»
Decarbonizzazione, emendamento di Fitto per far arrivare gli aiuti europei a Taranto e Brindisi
TARANTO Ieri proteste e sit in dei lavoratori, lunedì sciopero di quattro ore e incontro con il governo. L’imputato è la multinazionale dell’acciaio ArcelorMittal che tutti, ormai, danno in partenza da Taranto e dall’Italia. Pagherà la penale prevista da 500 milioni o da un miliardo e lascerà la siderurgia nazionale in un limbo. «Il prefetto ci ha detto che, per quel che risulta a lui, il dossier ArcelorMittal è stato ripreso dal governo e che si andrà avanti anche con soggetti diversi da Mittal». È stato Antonio Talò, segretario della Uilm Taranto, a dirlo ieri mattina dopo l’incontro tra la delegazione sindacale e il prefetto di Taranto Demetrio Martino mentre giù in strada qualche centinaio di lavoratori manifestavano contro
La doppia protesta I lavoratori temono il disimpegno dell’azienda. Il sindaco: «Una catastrofe»
l’azienda. Quale configurazione avrà questa compagine societaria mista pubblico-privato è ancora presto per dirlo. All’altro capo della città, davanti alla sede della direzione aziendale, era contemporaneamente in atto la protesta di Usb.
Inalberando uno striscione con la scritta «A tutto c’è rimedio tranne che a Lucia» (Lucia Morselli, ceo di ArcelorMittalItalia, ndr), il coordinatore provinciale Francesco
Rizzo sollecitava l’intervento del governo. Dice: «Qui c’è un’azienda che sta colando a picco. Bisogna allontanare Arcelor mettendo in sicurezza lo stabilimento e aprendo ad un accordo di programma per Taranto».
Di «bomba sociale» parla Rocco Palombella, segretario nazionale Uilm. «ArcelorMittal non ha nessun rispetto degli oltre 10 mila lavoratori delle comunità di Taranto, Genova, Novi Ligure. Nell’incontro di lunedì chiederemo ai ministri Patuanelli e Catalfo di prendere atto che sia l’accordo del 2018 che il contratto del 4 marzo scorso non verranno mai rispettati dalla multinazionale. A questo punto bisogna trovare immediatamente una soluzione, ovvero il ritorno dello Stato per un periodo di tempo. Contemporaneamente si devono ricercare partner industriali solidi e credibili», afferma Palombella.
Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, non si tira indietro e afferma in modo deciso: «Sull’ex Ilva incombe la catastrofe, non c’è più alcun margine per misure palliative, il governo abbia il coraggio di voltare una volta per tutte pagina». La situazione nello stabilimento tarantino è insostenibile ed è diventata più difficile a causa della pandemia. L’area a freddo è ferma, la fabbrica viene mandata avanti da tremila lavoratori e gli assenti tra cassa integrazione, malattia e ferie sono quasi cinquemila su 8.200, la produzione con due altiforni s’è attestata a 7.500 tonnellate al giorno, con una proiezione di meno di tre milioni annui, assolutamente non remunerativi, i cantieri Aia sono bloccati, la manutenzione azzerata. Mittal non ha pagato il fitto dell’ultimo trimestre, malgrado il suo dimezzamento, ai proprietari di Ilva in amministrazione straordinaria, il ceo Morselli ha fatto toccata e fuga l’altro giorno incontrando solo la prima linea dei dirigenti e senza parlare con i sindacati né con il territorio, i fornitori hanno ricevuto altri 5,3 milioni di pagamenti ma ne restano ancora una trentina.
L’accordo sindacale da chiudere, secondo contratto, entro il 31 maggio è sfumato e
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Demetrio Martino Il dossier è stato ripreso dal governo e si andrà avanti pure con soggetti diversi
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del nuovo piano industrialambientale che dovrebbe portare lo stabilimento verso una transizione green non c’è traccia.
A questo proposito il copresidente del gruppo europeo Ecr-Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto, ha presentato una serie di emendamenti da inserire nel Just Transition Fund, il programma di decarbonizzazione di alcuni siti europei. L’obiettivo è di far arrivare questi aiuti a Taranto e Brindisi. Per raggiungere l’obiettivo Fitto sollecita «un forte supporto da parte degli altri colleghi indipendentemente dai colori politici, e soprattutto un impegno forte del governo nella sede del Consiglio per migliorare questa proposta, visto che ora entriamo nel vivo delle fasi previste
Rinaldo Melucci Non c’è più alcun margine per misure palliative Si deve voltare pagina
ll sindacalista Palombella (Uilm): «È una bomba sociale, l’azienda non rispetta 10 mila dipendenti»
dall’iter legislativo». Intanto il consigliere regionale di Forza Italia, Renato Perrini, si domanda quale futuro attende la fabbrica tarantina, il segretario regionale di Articolo Uno Ernesto Abaterusso e il segretario provinciale Massimo Serio sostengono che «la misura è colma. Arcelor-Mittal mostri serietà e salvaguardi prospettive occupazionali, ambientali e di sicurezza».