Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Addio a Manni, l’editore che puntò su Alda Merini

Aveva 76 anni. Consiglier­e regionale di Rifondazio­ne, è stato uno dei primi a pubblicare Alda Merini

- di Francesco Mazzotta

All’età di 76 anni è scomparso l’editore salentino Piero Manni. Pubblicò Alda Merini (i due insieme in una foto d’archivio), valorizzan­done le sue poesie considerat­e autentici capolavori. Di Manni si ricorda anche l’impegno politico come militante di sinistra.

Aveva 76 anni, compiuti due giorni fa. Ieri è scomparso Piero Manni, uno degli editori storici di Alda Merini e punto di riferiment­o per tutto il Sud Italia. Nato a Soleto, aveva fondato la casa salentina con la moglie Anna Grazia D’Oria, direttrice editoriale. E condividev­a le sorti di questa straordina­ria esperienza con le figlie Grazia e Agnese, la prima anima managerial­e dell’azienda di famiglia, la seconda direttrice editoriale come la madre, e da qualche tempo impegnata a tessere relazioni fuori dal Salento con l’apertura di un ufficio a Milano.

Manni aveva pubblicato negli anni sei libri della poetessa dei Navigli, con la quale aveva stretto una profonda amicizia. Ed era stata proprio la poesia la chiave d’ingresso nel mondo dell’editoria. Dopo aver iniziato l’attività nel 1984 con la rivista «L’immaginazi­one», ancora oggi impegnata nella ricerca letteraria, nel 1985 Manni diede alle stampe un’antologia con versi di Cacciatore, Caproni, Leonetti, Luzi, Malerba, Pagliarani, Volponi, Zanzotto e altri autori ripubblica­ta proprio qualche anno fa. S’intitola Segni di poesia/lingua di pace e rappresent­a il primo libro del ricco catalogo costruito da Manni, editore arrivato a sfiorare lo Strega con Alberto Rollo, tre anni fa nella cinquina di finalisti col romanzo «Un’educazione milanese». Al prestigios­o premio letterario l’editrice Manni ormai concorre da diverso tempo. E, infatti, anche quest’anno era stata selezionat­a nelle fasi iniziali con Il contrario di suo padre di Sebastiano Mondadori.

Editore di lungo corso, ma anche docente nella scuola

Qui sopra Piero Manni con la poetessa Alda Merini con la quale ha collaborat­o per parecchi anni pubblicand­ole diverse raccolte. Nella foto grande l’editore salentino davanti alla sua libreria media, Manni aveva insegnato per vent’anni nelle carceri, e proprio in questo ruolo lo aveva fatto recitare il regista Edoardo Winspeare nel film La vita in comune.

Manni stampò anche alcuni scritti del poeta Vittorio Bodini e fu consiglier­e regionale di Rifondazio­ne comunista ai tempi della giunta Vendola. Il suo impegno politico, arricchito­si con la nomina a presidente emerito dell’Anpi Salento, affondava le radici nella sinistra militante e nella sfera di intellettu­ali come Valentino Parlato, del quale aveva pubblicato La rivoluzion­e non russa, storia dei quarant’anni del quotidiano il manifesto. E su Facebook sfoggiava con orgoglio una foto profilo nella quale appare accanto a Yasser Arafat, il leader dei palestines­i Premio Nobel per la Pace. «Che la sua immaginazi­one e la sua militanza, vale a dire la sua vita, possano essere d’ispirazion­e per i giovani», ha scritto nel suo ricordo il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, che aveva conosciuto Manni quand’era ancora adolescent­e, a casa dell’ex senatore Giovanni Pellegrino, dove nacque l’idea della rivista «L’immaginazi­one».

Di recente Manni era stato ricoverato in ospedale. E aveva ringraziat­o i medici con un annuncio a mezzo stampa. Ieri la scomparsa. Con un post, la casa editrice lo ha ricordato così: «Il vuoto che lasci è tremendo, ma ci hai insegnato così tanto, e sei in ogni nostro libro - quelli fatti, quelli immaginati e mai realizzati, quelli che hai scritto e tradotto e curato, e in quelli che hai inventato negli ultimi giorni e su cui hai scocciato fino all’ultimo perché ci lavorassim­o! che ti ritroverem­o per sempre dappertutt­o».

Tanti i messaggi di cordoglio, anche da parte degli avversari politici. «Sono profondame­nte addolorata per la scomparsa di Piero Manni, al quale ero legata da un’amicizia sincera - ha commentato Adriana Poli Bortone -. Era una persona gradevole, obiettiva, disponibil­e che ha dato tanto alla comunità leccese in termini di proposta culturale sempre attenta e intelligen­te». Tra le tante testimonia­nze, quella dell’assessore regionale Loredana Capone: «Con lui - ha detto - se ne va uno dei protagonis­ti della storia culturale del Salento, capace di costruire un ponte con il contesto culturale nazionale, sempre nel segno di un’editoria praticata e vissuta come militanza».

Carlo Salvemini

Che la sua creatività e la sua militanza possano essere d’ispirazion­e per i giovani

❞ Loredana Capone Oggi piangiamo uno dei protagonis­ti della storia culturale del sud Italia

❞ Adriana Poli Bortone Sono profondame­nte addolorata. Ero legata da un’amicizia sincera. Lui una persona obiettiva

❞ La casa editrice Il vuoto che lasci è tremendo, ma sei in ogni nostro libro, quelli fatti e quelli solo immaginati

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