Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Operaio muore nel cantiere del gasdotto
Incidente a Pisignano, un uomo di 35 anni travolto da un mezzo durante i lavori di connessione alla Tap
Un uomo di 35 anni, Simone Martena, è morto mentre stava lavorando nel cantiere del metanodototto Snam, il tubo che collegherà il Tap di Melendugno con la rete nazionale del gas. È accaduto alla periferia di Pisignano, una frazione di Vernole.
LECCE Un mezzo cingolato gli trancia la gamba ed un giovane operaio muore sotto gli occhi dei colleghi nel cantiere del metanodotto Snam, il grosso tubo che collegherà il Tap di Melendugno alla rete nazionale del gas di Brindisi. La vittima è il trentacinquenne Simone Martena, di Squinzano, saldatore della ditta subappaltatrice «Max Streicher», per il quale si è rivelata purtroppo fatale l’amputazione della gamba destra. La tragedia sul lavoro - la prima «morte bianca» nel Salento dall’inizio della fase 2 - si è verificata poco prima delle 11 di ieri mattina all’interno del cantiere del metanodotto della Snam, in contrada Largo Cappelle alla periferia di Pisignano, una delle frazioni del comune di Vernole. Il dramma è avvenuto nel Lotto 1 nella zona denominata «punto di raccolta 6», dove lo sfortunato operaio salentino stava partecipando ad alcune operazioni di saldatura mediante l’utilizzo di un cingolato per issare una macchina «Pipe Welder», una sorta di gabbiotto usato per saldare tra loro i tronconi del metanodotto.
All’improvviso, per cause da accertare, il trentacinquenne è stato travolto dal mezzo pesante in movimento, i cui cingoli gli hanno procurato l’amputazione dell’arto inferiore. Le urla del malcapitato hanno allertato gli altri operai, che sono subito intervenuti in suo soccorso. Le gravi ferite riportate da Martena lo hanno però condotto alla morte in pochi minuti: all’arrivo dell’ambulanza, il giovane saldatore era già deceduto, probabilmente dissanguato.
Non è escluso che l’operaio stesse accompagnando con le mani il gabbiotto durante il suo spostamento, per evitare che quest’ultimo oscillasse eccessivamente, a causa del forte vento che da giorni spira sul versante adriatico della provincia di Lecce. Un’ipotesi che è al vaglio dei carabinieri della stazione di Vernole e degli ispettori dello Spesal dell’Asl di Lecce, accorsi per eseguire tutti i rilievi ed avviare le indagini. Non vi sono testimoni né telecamere. Sul posto anche il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone ed il medico legale Alberto Tortorella, cui spetterà il compito di eseguire l’autopsia. Sequestrati area e macchinari: si indaga per omicidio colposo. La società per la quale lavorava l’operaio è profondamente addolorata per l’accaduto e si è attivata per supportare le autorità competenti nello svolgimento degli accertamenti necessari, fornendo ogni tipo di sostegno alla famiglia della vittima.
«Profondo cordoglio alla famiglia dell’operaio» è stato espresso dalla Cgil di Lecce, che propone un incontro urgente in Prefettura, per discutere sull’accessibilità ai cantieri e sulla frammentarietà contrattuale che, nei cantieri complessi, rendono difficoltosa l’azione di rappresentanza sindacale e il monitoraggio delle condizioni di sicurezza. «È necessario rendere tutti i cantieri accessibili per le dovute e doverose verifiche, senza rendere talune zone di lavoro vere e proprie roccaforti militari». Il governatore Emiliano ha chiesto che venga fatto presto luce sull’accaduto. La procura ha già aperto un’inchiesta.