Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il Comune vuole eliminare via Pende La nipote Stella: schiaffo alla scienza

Il Comune vuole eliminare via Pende, parla la nipote Stella: «Chiamerò Decaro»

- di Francesco Petruzzell­i

«Revocare l’intitolazi­one di una strada a Nicola Pende sarebbe uno schiaffo alla scienza». È quanto dichiara Stella Pende, nota giornalist­a, nipote dello scienziato, dopo la decisione del Comune di eliminare la strada.

BARI «Ma come? Mio nonno ha scoperto persino cosa sono gli ormoni e adesso gli togliamo anche la strada?». Stella Pende, giornalist­a e conduttric­e televisiva (su Rete 4 con Confession­e Reporter) non nasconde la sua amarezza. Lunedì sera a Bari il consiglio comunale ha votato una mozione che impegna il sindaco Antonio Decaro ad eliminare dalla toponomast­ica cittadina via Nicola Pende. Scienziato, medico di fama mondiale, senatore e rettore dell’Università, nato a Noicattaro nel 1880. Una figura intorno alla quale non si sono mai placate le polemiche di questa delicata pagina di storia italiana. Perché «Pende è stato tra i firmatari nel luglio del 1938 del famigerato Manifesto della Razza. E ne aderì convintame­nte».

Insomma, secondo il Consiglio comunale di Bari quella strada del quartiere Carrassi, tra via Giulio Petroni e corso Alcide De Gasperi, deve essere intitolata ad altri. Già nel 2006 arrivò al Comune analoga richiesta con tanto di documentaz­ione. Ma poi non se ne fece più nulla.

Premesso che l’ultima parola spetterà alla giunta comunale, se lo aspettava?

«Mi sorprende che Bari voglia cancellare uno scienziato della sua terra, più volte candidato al Premio Nobel. Quelli che oggi chiedono di togliere la targa vadano a documentar­si all’Archivio di Stato o a riguardare la puntata di alcuni anni fa di La Storia Siamo noi di Giovanni Minoli, un ritratto vero con luci e ombre. Troveranno telegrammi e lettere nei quali mio nonno smentiva di aver firmato il

Manifesto della Razza. Purtroppo, mi dispiace dirlo, ma in questo Paese l’ignoranza continua a imperare».

Contatterà l’amministra­zione comunale e il sindaco Decaro?

«Non lo conosco, ma in qualche modo mi metterò in contatto con lui per scrivergli ciò che penso: che non facciano questo, sarebbe un errore madornale in un momento storico in cui proprio la scienfaele za ci sta ancora aiutando a uscire dal buio. Revocare l’intitolazi­one di una strada a Nicola Pende sarebbe uno schiaffo alla scienza. Se non ci fosse stato Pende non ci sarebbe stata l’endocrinol­ogia italiana, apprezzata in tutto il mondo, anche in Cina e Giappone».

Questa decisione coincide con il 50esimo anniversar­io della morte di suo nonno. Che ricordo ha di lui?

«Non a caso mio figlio, avuto con Marco Tardelli, si chiama Nicola. Di mio nonno ho un ricordo intenso anche se è morto quando io avevo 20 anni. È stato un gigante e, guardi, lo dico da semplice cittadina. Un figlio del Sud, di agricoltor­i, che a 6 anni lasciò Noicattaro per studiare a Bari, che a 16 andava per le paludi a cercare cosa fosse la malaria. Un ragazzo che si è laureato in poco tempo, che parlava correttame­nte latino e greco. Un uomo che alla soglia dei 90 anni si svegliava alle 5 del mattino per capire gli altri misteri dell’endocrinol­ogia».

Le ha mai parlato degli anni del Fascismo e di quella vicenda del Manifesto della Razza?

«Solo due volte. E in una mi disse “ho fatto un unico grosso sbaglio, il mio discorso di Taranto (nel maggio del 1940 in cui difendeva le leggi antisemiti­che, ndr) e l’ho pagato con una vita di errori. Non voglio dipingere mio nonno come un santo, anche perché quelli sono stati anni complessi, ma so che lui era generoso. Venivano a trovarlo pazienti da ogni parte della Puglia e del Sud. Io giravo in bicicletta e ricordo ancora le signore che portavano delle galline per ringraziar­lo. Lo ripeto: basta documentar­si prima di chiedere la revoca dell’intitolazi­one».

❞ Generoso Non voglio dipingerlo come un santo, quelli sono stati anni complessi, ma so che lui era generoso

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Via Nicola Pende, nel quartiere Carrassi, tra via Giulio Petroni e Corso Alcide de Gasperi Nella foto piccola la giornalist­a Stella Pende, nipote del celebre scienziato

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