Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Al Policlinico via agli esami per i test sierologici Lopalco: «Ma non servono per identificare i portatori»
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Pier Luigi Lopalco Evidenzia solo la circolazione inapparente del Covid
Michele Quarto L’adesione importante per poter valutare il virus
BARI In questi giorni molti cittadini pugliesi potrebbero ricevere o magari hanno già ricevuto una telefonata dallo 06-5510. «Rispondete», è l’appello della presidente del comitato regionale Puglia della Croce Rossa italiana, Ilaria Decimo. A chiamare, infatti, è proprio la Croce Rossa che da lunedì scorso ha cominciato a contattare i cittadini pugliesi (oltre 6 mila su 150 mila in tutta Italia) selezionati dall’Istat a campione per sottoporsi, dietro consenso, al test sierologico per la ricerca degli anticorpi alla Sars-Cov-2. I centri autorizzati dal Ministero della Salute per l’analisi di sieroprevalenza sul Covid-19 sono due, il Policlinico di Bari e il Vito Fazzi di Lecce.
Al Policlinico sono già arrivati i primi 60 campioni ematici su cui eseguire il test. «Si tratta di uno studio importante che ci fornirà un quadro preciso della circolazione del virus e che quindi ci darà gli strumenti per fronteggiarlo al meglio – spiega il direttore dell’Unità di Igiene del Policlinico di Bari, Michele Quarto – L’adesione, su base volontaria rientra nello spirito solidale necessario per valutare l’impatto del virus sulla popolazione e per sviluppare risposte sanitarie adeguate». Il Policlinico di Bari ha già avviato ad aprile uno studio pilota sui suoi circa 5 mila dipendenti, tra medici, infermieri, tecnici, personale di servizi esterni e operatori sanitari, che sono stati sottoposti a uno screening sierologico per esplorare la circolazione del nuovo coronavirus in soggetti asintomatici non intercettati dal sistema di sorveglianza epidemiologica. «I risultati preliminari dello studio su una coorte omogenea di persone – sottolinea Quarto - dimostrano che la circolazione è stata bassa: meno di 3 persone su 100 hanno sviluppato anticorpi al virus». Naturalmente, il dato non può sovrapporsi al campione Istat, stratificato per età, professione, luogo di lavoro e così via, al contrario di quello del Policlinico. In provincia di Bari, i comuni coinvolti nello screening sono 27. A parte il capoluogo per un campione di 654 persone, ci sono Adelfia (69 persone) Bitonto (110), Casamassima (78), Conversano (55), Gravina (87), Molfetta (120), Palo (86), Rutigliano (72), Santeramo (53), Altamura (141), Bitritto (61), Capurso (58), Cellamare (46), Corato (97), Gioia del Colle (53), Grumo (49), Locorotondo (55), Modugno (78), Mola (51), Monopoli (99), Noci (79), Noicattaro (50), Putignano (51), Ruvo (49), Terlizzi (53) e Triggiano (54). La Croce Rossa chiama il cittadino inserito nella lista dell’istat, fornisce le informazioni necessarie all’eventuale consenso, somministra un breve questionario e poi fissa l’appuntamento per il prelievo di sangue. Il risultato del test arriva dopo circa 15 giorni. Se è positivo, si procede col tampone rino-oro-faringeo. Il test sierologico si può effettuare, a pagamento, anche in laboratori privati. E i prezzi variano, tant’è che la Regione sta pensando ad un costo standard per evitare differenze.
Secondo l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco non è il caso di fare la corsa al test individuale e invita i pugliesi a fare il test della Croce Rossa. Dice: «Fatto salvo che il test sierologico è importante come screening di popolazione per evidenziare la circolazione inapparente del virus, al cittadino comune fare un test del genere non serve. Non serve a identificare i portatori. Per quello serve il tampone». Conclude: «E se il tampone è negativo e le IgG positive, sulla immunità vi è un forse. Per verificare la presenza di anticorpi davvero protettivi bisogna fare un test assai complesso che richiede la verifica della neutralizzazione del virus su una coltura cellulare. È evidente che un test del genere sono in pochissimi laboratori a poterlo fare».