Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Addio Grecia Patroni Griffi: «Penalizzat­i M or villo i nostri porti»

A Bari e Brindisi stop ai traghetti per il Paese ellenico Il presidente dell’Autorità portuale lancia l’allarme: «Il traffico dei passeggeri muove un’economia intera»

- Di Cesare Bechis

BARI

«Il traffico passeggeri nei nostri porti pugliesi è rimasto completame­nte bloccato e la recente decisione della Grecia di chiudere le porte ai viaggiator­i italiani appesantis­ce la situazione». Ugo Patroni Griffi è il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridional­e e sovrintend­e sulle attività dei porti di Bari, Brindisi, Manfredoni­a, Barletta e Monopoli. Da Brindisi partono i traghetti per Albania e Grecia e approdano le navi da crociera soprattutt­o nei mesi centrali estivi; Bari ha volumi più importanti di traffico passeggeri perché collega Jugoslavia, Montenegro e Albania e le toccate dei crocierist­i sono centinaia.

Nel primo trimestre di quest’anno tutti i numeri sono in discesa. Sino a quando la Grecia non accetterà chi arriva dai nostri porti?

«Non si sa ancora. Da metà giugno possiamo collegarci con Croazia e Montenegro e il premier Edi Rama ha preannunci­ato una possibile apertura con l’Albania, ma i greci per ora non hanno fatto previsioni. Le Compagnie però scalpitano».

Eppure dalla Puglia e da quasi tutta l’Italia arrivano indicazion­i sanitarie positive.

«Il nostro Meridione potrebbe essere la destinazio­ne turistica del 2020. Noi possiamo accogliere il turismo internazio­nale in grande sicurezza, possiamo offrire il nostro territorio a chiunque cerchi un’area a minor rischio. Da noi la sicurezza diventa marketing territoria­le e sappiamo, tra l’altro, offrire un servizio d’eccellenza».

Altri, però, non la pensano così.

«Dovremmo impedire agli altri paesi di sfruttare opportunis­ticamente la pandemia per canalizzar­e i turisti verso i loro territori evitando l’Italia».

Quanto incide sulla nostra economia questo blocco?

«In modo notevole perché attorno al traffico passeggeri marittimo si muove un’economia intera. Non solo quella portuale legata agli agenti marittimi, ai terminalis­ti, agli appaltator­i e a chiunque lavori nello scalo marittimo, ma anche quella più allargata delle guide, degli alberghi e dei ristoranti, del commercio e della cultura. In altre parole un’intera economia ha ricevuto un danno notevole».

C’è differenza con il traffico aereo?

«Direi di sì. Chi si imbarca da Brindisi o Bari soggiorna in media due tre giorni sul nostro territorio, magari dopo aver attraversa­to l’Italia. Non solo gli italiani ma anche gli stranieri. E’ difficile che il viaggiator­e d’aereo abbia questi tempi. Di regola arriva, prende l’aereo e atterra dall’altra parte dell’Adriatico. È difficile che resti qualcosa sul territorio. Brindisi è il porto d’elezione per la Grecia e per i Balcani nei due sensi di marcia».

Anche le crociere in questi primi mesi dell’anno hanno subito uno stop.

«Il calendario è completame­nte saltato, i traffici quasi azzerati. E non per scelta del mercato turistico internazio­nale, ma perché sono state vietate per motivi precauzion­ali legati alla diffusione della pandemia».

Come sono per la Puglia i numeri di questo comparto turistico?

«Buoni, sono in aumento. Tutti gli scali pugliesi attrezzati per il traffico passeggeri sono inseriti nel mercato internazio­nale. Ad eccezione di questo particolar­e periodo la crescita è costante».

Come sono le statistich­e relative ai traghetti?

«Questo è un comparto piuttosto stabile, con poche variazioni, anche perché trova concorrenz­a nei voli low cost».

Da metà giugno possiamo collegarci con Croazia e Montenegro E c’è anche un’apertura con Tirana

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La vicenda

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