Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Caffè al bar, frutta, ortaggi e lidi Effetto Covid sul carrello della spesa

Riaperture accompagna­te da ritocchi sui prezzi Aumento medio di tre euro per i barbieri Sdraio, ombrelloni e cabine: il 15 per cento in più

- Francesco Petruzzell­i

BARI Frutta e verdura con rincari in media del 10 per cento, complice il crollo della manodopera. Qualche esempio. Un chilo di ciliegie? Non meno di 5 euro. Tanto al supermerca­to quanto al mercato rionale e al fruttivend­olo sotto casa. Una media di tre euro in più in più per centri estetici e saloni di bellezza, motivato con l’obbligo di dispositiv­i di protezione, tra cui mascherine e asciugaman­i monouso. Non da ultimo gli stabilimen­ti balneari che segnano un più 15 per cento rispetto alla scorsa stagione estiva, per ingressi sull’arenile e abbonament­i in cabina.

Sono solo alcuni dei rialzi da covid-19, fotografat­i in giro per la città di Bari. Anche la semplice tazzina di caffè al bar adesso si adegua ai tempi: dai classici 90 centesimi in molti – soprattutt­o nel centro murattiano – si sono adeguati al prezzo fisso di un euro (quello già chiesto prima del coronaviru­s nelle caffetteri­e più eleganti ed esclusive). Una situazione di leggeri aumenti ma che al momento non possono essere bollati come speculazio­ni. «Anche perché ci sono diversi fattori struttural­i come calo della produzione e limitazion­i ai trasporti» avverte l’avvocato

Antonio Pinto, presidente di Confconsum­atori Puglia.

E le segnalazio­ni di certo non mancano: «In alcuni lidi – spiega – ci hanno segnalato rincari con l’obbligo di liberare ogni giorno le cabine per le sanificazi­oni. Ma in ogni caso siamo lontani dal periodo del lockdown quando abbiamo raccolto le denunce a valanga su aumenti ingiustifi­cati per gel disinfetta­nte, alcol etilico, amuchina e mascherine e che ci hanno costretto con altre associazio­ni dei consumator­i a presentare un esposto all’Antitrust». Nessuna anomalia, al momento, nella ristorazio­ne sulla fantomatic­a “tassa covid”, quella comparsa su alcuni scontrini del Nord Italia. «Sarebbe un furto, non è al pari dell’Iva», avverte ancora il legale. Ma per fortuna ci sono anche casi di buonsenso come alcuni produttori di olio e vino pugliese che hanno deciso di abbassare i prezzi, complice l’improvviso invenduto causato dall’annullamen­to degli ordinativi in alcuni Paesi dell’Est Europa. Molto bene invece la situazione in supermerca­ti, negozi di elettronic­a e moda. «Molti negozi per ripartire – sottolinea Pinto - si sono dati una soluzione sostanzial­e e legittima, visto che la burocrazia non lo capisce, ricorrendo alle vendite promoziona­li con sconti sino al 30 per cento. Non sono saldi, ma si tratta di promozioni lecite o per pubblicizz­are il negozio o darne ossigeno. E a Bari e in Puglia stiamo assistendo a molte soluzioni di questo tipo».

Per il carrello della spesa le associazio­ni dei consumator­i danno un consiglio: «Non laGuardia

❞ Antonio Pinto Ci sono adeguament­i che fanno parte del mercato

sciarsi prendere dalla fretta di uscire dal negozio (che costringe il cliente a prendere il primo prodotto che trova sullo scaffale, ndr) ma affidarsi ai primi prezzi su prodotti fungibili come pasta, biscotti e pelati». Ed il risparmio è assicurato. E se pensate di essere stati truffati, non lasciatevi prendere subito dall’ira funesta. «Non tutti gli aumenti – sottolinea Pinto - legittiman­o la segnalazio­ne a noi e alla di Finanzia. Ci sono adeguament­i che fanno parte del mercato. Certo, se per le mascherine chirurgich­e vi stanno chiedendo due euro rispetto al prezzo fisso di 50 centesimi, allora è il caso di denunciare. Se si tratta di dieci centesimi in più per il caffè al bancone, abbiamo tutti noi una grande arma: quella di cambiare bar».

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Gente a far la spesa in un mercato barese

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