Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Emiliano in pressing «A luglio si può votare» Il comitato delle donne: «Pronto il ricorso al Tar»
BARI Michele Emiliano torna a chiedere di votare a luglio, contro quello che appare l’orientamento del governo e della maggioranza delle forze parlamentari. Parlando a Sky Tg24, il governatore ha ribadito il suo noto punto di vista. «Le Regioni – sostiene Emiliano – sono autonome dal punto di vista elettorale e non possono essere soffocate nello stabilire la data delle elezioni. Invece il governo sta cercando di imporre date diverse da quelle determinate dalle Regioni stesse. È una cosa gravissima». Emiliano si riferisce al fatto che 5 delle 6 Regioni alle prese con il rinnovo, sono favorevoli a votare in luglio: ufficialmente perché più sicuro dal punto di vista sanitario, nei fatti perché i rispettivi presidenti uscenti sperano di capitalizzare, in termini di consenso, l’attività svolta nel contrasto all’epidemia. «Il Governo – conclude il governatore – si è ficcato in un tunnel, sia dal punto di vista costituzionale sia dal punto di vista epidemiologico, dal quale prima si tira fuori e meglio è».
«Questa sconsiderata richiesta – replica Anna Macina, deputata pugliese del M5S, presentatrice dell’emendamento a favore di un election-day per referendum, Regionali e Comunali – è figlia di un atteggiamento incredibilmente capriccioso: incurante dei suggerimenti del Comitato tecnico scientifico e della possibilità di far risparmiare, tramite l’election day, milioni di euro. Non c’è l’imposizione di una data specifica, visto che parliamo di una finestra elettorale dal 6 settembre al 6 dicembre». Quale che sia la data, se luglio o settembre, mese più probabile, sulle elezioni pugliesi incombe il rischio serio che siano invalidate. Lo sostiene il documento, firmato da un gruppo di donne, che richiama la legge statale numero 20 del 2016. Normativa che introduce tra i «principi fondamentali» cui le Regioni devono uniformarsi, la promozione della parità di genere anche in materia elettorale. Nel caso della Puglia, dove si vota con liste di candidati, si tratta di inserire «almeno due preferenze, di cui una riservata ad un candidato di sesso diverso». È la cosiddetta doppia preferenza di genere. «L’illegalità è clamorosa – dice il documento – poiché si tratta di norma qualificata tra i “principi fondamentali”, ai quali la legislazione regionale è obbligata a conformarsi». Il documento – firmato tra le altre da Marida Dentamaro, Melina Decaro, Veralisa Massari, Magda Terrevoli,
Lorena Saracino – chiede innanzi tutto una legge regionale che provveda; ma la sensibilità tra le forze politiche è assai bassa. Oppure altrimenti una legge statale che, come avvenuto per l’eliminazione dei vitalizi nelle Regioni, chieda alla Puglia l’inserimento della doppia preferenza, pena, in caso di inadempienza, il taglio lineare del 20% dei trasferimenti finanziari non sanitari (o provvedi o ti taglio i rifornimenti).
«La norma statale – dice la giurista Dentamaro – è autoapplicativa. Emiliano, se volesse, potrebbe introdurla nel decreto di indizione delle elezioni, senza il voto del Consiglio». Ad ogni modo, se nessuno provvedesse è pronto il ricorso al Tar: del decreto di indizione del voto oppure del risultato elettorale. «A quel punto – dice Dentamaro – i giudici dovranno rimettere gli atti alla Corte costituzionale, perché la Puglia ha violato un principio fondamentale dello Stato». E quindi? «Nel giro di un anno, massimo un anno e mezzo, ci sarebbe l’esito: il rischio dell’invalidazione del risultato elettorale è altissimo».
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Marida Dentamaro L’illegalità sulla doppia preferenza di genere è clamorosa ❞
Anna Macina Chiedere le urne è solo un atto capriccioso