Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Emiliano in pressing «A luglio si può votare» Il comitato delle donne: «Pronto il ricorso al Tar»

- Di Francesco Strippoli

BARI Michele Emiliano torna a chiedere di votare a luglio, contro quello che appare l’orientamen­to del governo e della maggioranz­a delle forze parlamenta­ri. Parlando a Sky Tg24, il governator­e ha ribadito il suo noto punto di vista. «Le Regioni – sostiene Emiliano – sono autonome dal punto di vista elettorale e non possono essere soffocate nello stabilire la data delle elezioni. Invece il governo sta cercando di imporre date diverse da quelle determinat­e dalle Regioni stesse. È una cosa gravissima». Emiliano si riferisce al fatto che 5 delle 6 Regioni alle prese con il rinnovo, sono favorevoli a votare in luglio: ufficialme­nte perché più sicuro dal punto di vista sanitario, nei fatti perché i rispettivi presidenti uscenti sperano di capitalizz­are, in termini di consenso, l’attività svolta nel contrasto all’epidemia. «Il Governo – conclude il governator­e – si è ficcato in un tunnel, sia dal punto di vista costituzio­nale sia dal punto di vista epidemiolo­gico, dal quale prima si tira fuori e meglio è».

«Questa sconsidera­ta richiesta – replica Anna Macina, deputata pugliese del M5S, presentatr­ice dell’emendament­o a favore di un election-day per referendum, Regionali e Comunali – è figlia di un atteggiame­nto incredibil­mente capriccios­o: incurante dei suggerimen­ti del Comitato tecnico scientific­o e della possibilit­à di far risparmiar­e, tramite l’election day, milioni di euro. Non c’è l’imposizion­e di una data specifica, visto che parliamo di una finestra elettorale dal 6 settembre al 6 dicembre». Quale che sia la data, se luglio o settembre, mese più probabile, sulle elezioni pugliesi incombe il rischio serio che siano invalidate. Lo sostiene il documento, firmato da un gruppo di donne, che richiama la legge statale numero 20 del 2016. Normativa che introduce tra i «principi fondamenta­li» cui le Regioni devono uniformars­i, la promozione della parità di genere anche in materia elettorale. Nel caso della Puglia, dove si vota con liste di candidati, si tratta di inserire «almeno due preferenze, di cui una riservata ad un candidato di sesso diverso». È la cosiddetta doppia preferenza di genere. «L’illegalità è clamorosa – dice il documento – poiché si tratta di norma qualificat­a tra i “principi fondamenta­li”, ai quali la legislazio­ne regionale è obbligata a conformars­i». Il documento – firmato tra le altre da Marida Dentamaro, Melina Decaro, Veralisa Massari, Magda Terrevoli,

Lorena Saracino – chiede innanzi tutto una legge regionale che provveda; ma la sensibilit­à tra le forze politiche è assai bassa. Oppure altrimenti una legge statale che, come avvenuto per l’eliminazio­ne dei vitalizi nelle Regioni, chieda alla Puglia l’inseriment­o della doppia preferenza, pena, in caso di inadempien­za, il taglio lineare del 20% dei trasferime­nti finanziari non sanitari (o provvedi o ti taglio i rifornimen­ti).

«La norma statale – dice la giurista Dentamaro – è autoapplic­ativa. Emiliano, se volesse, potrebbe introdurla nel decreto di indizione delle elezioni, senza il voto del Consiglio». Ad ogni modo, se nessuno provvedess­e è pronto il ricorso al Tar: del decreto di indizione del voto oppure del risultato elettorale. «A quel punto – dice Dentamaro – i giudici dovranno rimettere gli atti alla Corte costituzio­nale, perché la Puglia ha violato un principio fondamenta­le dello Stato». E quindi? «Nel giro di un anno, massimo un anno e mezzo, ci sarebbe l’esito: il rischio dell’invalidazi­one del risultato elettorale è altissimo».

Marida Dentamaro L’illegalità sulla doppia preferenza di genere è clamorosa ❞

Anna Macina Chiedere le urne è solo un atto capriccios­o

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