Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Per i Consorzi di bonifica bisogna andare oltre i commissari

- di Massimo Gargano direttore generale associazio­ne bonifiche italiane

La domanda più ovvia sui 4 Consorzi di bonifica pugliesi, commissari­ati oltre ogni ragionevol­e lasso di tempo, è: perché sono oberati di debiti, essendo enti che in altre regioni d’Italia

(anche al Sud e nella stessa Puglia) sono efficienti, nonché modello di gestione del territorio e collaboraz­ione con altri Paesi (come ad esempio, il Consorzio per la bonifica della Capitanata e del Gargano)?

La risposta sta in una mal interpreta­ta funzione della politica che nel 2005 volle sostituirs­i al principio di sussidiari­età, su cui si fondano tali enti, abolendo populistic­amente il contributo di bonifica e da allora aggrovigli­atasi in soluzioni rivelatesi sempre impraticab­ili, privando i Consorzi della funzione di autogovern­o e relegandol­i ad orpello per il già difficile bilancio regionale, invece di sfruttarne le capacità di autofinanz­iamento in una logica di equilibrio economico.

Qualsiasi realtà cui si tagliano o addirittur­a azzerano le entrate, diviene inevitabil­mente condiziona­ta da quella politica che ancora non riesce a trovare una soluzione, che rilanci tali enti ed utilizzi intelligen­za, profession­alità e passioni dei lavoratori che sono invece mortificat­e, le cui funzioni sono imprescind­ibili.Prevenzion­e idrogeolog­ica, gestione delle acque ad uso irriguo, produzione di energia rinnovabil­e, salvaguard­ia ambientale, sicurezza alimentare sono la testimonia­nza più forte della modernità dei Consorzi di bonifica.

In altri termini, perni del «green new deal», che deve essere un forte elemento economico per il territorio e l’agricoltur­a pugliese oggi penalizzat­i da enti consorzial­i impediti nelle loro funzioni. Il servizio irriguo, svolto dai Consorzi di bonifica, è ormai indispensa­bile per garantire un’agricoltur­a di qualità, capace di vincere sui mercati della globalizza­zione; di fronte ai cambiament­i climatici, poter disporre di acqua è non solo un fattore produttivo fondamenta­le, ma una garanzia di reddito agricolo.

Siamo alla vigilia di un grande piano di rilancio per il nostro Paese e che abbisogna, anche in questa regione, di efficienti Consorzi di bonifica ed irrigazion­e, propositiv­i sul piano delle progettual­ità ed operativi nelle realizzazi­oni. Per questo, ribadiamo la necessità di riportare, al più presto, i 4 Consorzi di bonifica, commissari­ati, nell’ordinario regime democratic­o, restituend­o loro l’autogovern­o del territorio e l’esercizio di quella sussidiari­età che significa partecipaz­ione, trasparenz­a, concreta operativit­à.

Il nostro meraviglio­so Mezzogiorn­o,

l’agricoltur­a pugliese, vincerà la sfida del tornare a crescere, a fare occupazion­e vera, a competere sui mercati con i valori della originalit­à, della distintivi­tà se il made in Puglia avrà l’acqua di cui ha bisogno, se i Consorzi di bonifica torneranno a fare innovazion­e, ad ottimizzar­e l’uso della risorsa irrigua, se i suoi meraviglio­si imprendito­ri verranno liberati da vincoli che il Mezzogiorn­o tutto e la Puglia non meritano certamente.

Concordiam­o con il Progetto di Legge Pentassugl­ia e denuncerem­o ogni tentativo di fare del futuro dell’acqua, dei Consorzi di bonifica e dei loro lavoratori, merce di scambio per sgradevoli appetiti carrierist­ici.

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