Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Perché la Puglia deve ricominciare dalla bellezza
Torniamo a “volare” con i piedi ben radicati a terra. Torniamo a credere, a programmare, ma soprattutto torniamo a vivere.
Dopo la fase di lockdown, in cui non abbiamo mai perso la speranza, ora è il momento di tornare a “respirare” e godere della terra e delle sue bellezze nel totale rispetto di esse.
Proviamo a fare tutti un salto nel passato, a quando bambini, la meraviglia ci faceva spalancare gli occhi ingenui di chi quotidianamente scopriva il mondo. Siamo stati chiusi per mesi, ma non lasciamoci prendere dalla sindrome della capanna. Abbiamo bisogno di tornare ad ammirare, a meravigliarci, a costruire il nostro futuro nel pieno rispetto delle leggi della natura. Torniamo a riprendere i nostri spazi e i nostri tempi, dopo averli accantonati per un po’, senza mai perdere la speranza di tornare. Torniamo ad innamorarci di tutto quello che fino a qualche mese fa ci appariva scontato e dovuto. E facciamolo, ripartendo dalla bellezza in tutte le sue forme e i suoi colori, gli stessi che ci devono accompagnare in questa rinascita. Torniamo a vivere e a gioire, riscoprendo i nostri territori. La pandemia ci ha costretti a casa per un po’, ci ha fatto perdere quasi del tutto il contatto con il mondo esterno e solo il ricordo dei profumi, dei colori e dei sapori della nostra regione, ci ha tenuti vivi.
Ora è il nostro momento. Perché i turisti tornino in Puglia e si innamorino della nostra terra, come fanno ormai da anni, i primi turisti dobbiamo essere noi. E possiamo farlo solo se riscopriamo l’odore del mare, la straordinaria sensazione che si prova nel camminare a piedi nudi sulla sabbia, l’emozione di trascorrere le giornate nelle nostre masserie, nei nostri borghi e nelle nostre campagne, dove anche il silenzio parla attraverso la natura e gli animali che la vivono. Ed è dal silenzio che abbiamo tanto da imparare, perché attraverso il silenzio, dobbiamo lavorare per costruire il futuro e lasciare un’eredità senza pari, basata su solide radici. Impariamo a piantare alberi per le generazioni future, lasciamo in eredità a loro i nostri paesaggi, rendendoli più belli agli occhi dei più. La pandemia è stata anche un’occasione di riflessione e ha rappresentato una opportunità per rivedere la nostra vita. Di qui la necessità di studiare spazi, territori, infrastrutture e luoghi da far rinascere, sempre attraverso la bellezza che solo noi pugliesi possiamo restituire avvalendoci della maestria dei tanti artigiani che lavorano sul nostro territorio.
Usciamo dal momento di buio, illuminando le nostre città, i centri storici, i vicoli, illuminando la Puglia con le tradizionali luminarie che affascinano chi le guarda. Lasciamo che le luci non vengano mai spente e che la bellezza sia la chiave strategica per la ripartenza. Trasformiamo le nostre strade in salotti e “arrediamoli’ con le nostre ceramiche, con le opere degli artisti del territorio, con il verde degli ulivi e dei carrubi. La Puglia deve far innamorare e noi, da pugliesi e da italiani, dobbiamo riscoprire l’amore in ogni sua forma. Per questo, il mio invito alle istituzioni è quello di non perdere di vista, ora più che mai, il disegno di legge della Regione sulla bellezza di territori e paesaggi. Dobbiamo essere consapevoli di tutto il bello che ci circonda e che fa della Puglia, una regione dal fascino indiscusso. Dobbiamo lavorare per questo, ascoltando la voce di tutti, ma soprattutto della nostra terra. Rispettiamo le peculiarità di un territorio non omogeneo e per questo attrattivo. Ogni tessera che compone il puzzle della bellezza va tutelato e offerto al mondo. Preserviamo la Puglia, affasciniamo i turisti, consumando meno e amando di più. È il momento di ripartire per il bene di tutti, ma soprattutto perché ce lo chiedono i nostri figli.