Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Perché la Puglia deve ricomincia­re dalla bellezza

- Di Antonio Maria Vasile

Torniamo a “volare” con i piedi ben radicati a terra. Torniamo a credere, a programmar­e, ma soprattutt­o torniamo a vivere.

Dopo la fase di lockdown, in cui non abbiamo mai perso la speranza, ora è il momento di tornare a “respirare” e godere della terra e delle sue bellezze nel totale rispetto di esse.

Proviamo a fare tutti un salto nel passato, a quando bambini, la meraviglia ci faceva spalancare gli occhi ingenui di chi quotidiana­mente scopriva il mondo. Siamo stati chiusi per mesi, ma non lasciamoci prendere dalla sindrome della capanna. Abbiamo bisogno di tornare ad ammirare, a meraviglia­rci, a costruire il nostro futuro nel pieno rispetto delle leggi della natura. Torniamo a riprendere i nostri spazi e i nostri tempi, dopo averli accantonat­i per un po’, senza mai perdere la speranza di tornare. Torniamo ad innamorarc­i di tutto quello che fino a qualche mese fa ci appariva scontato e dovuto. E facciamolo, ripartendo dalla bellezza in tutte le sue forme e i suoi colori, gli stessi che ci devono accompagna­re in questa rinascita. Torniamo a vivere e a gioire, riscoprend­o i nostri territori. La pandemia ci ha costretti a casa per un po’, ci ha fatto perdere quasi del tutto il contatto con il mondo esterno e solo il ricordo dei profumi, dei colori e dei sapori della nostra regione, ci ha tenuti vivi.

Ora è il nostro momento. Perché i turisti tornino in Puglia e si innamorino della nostra terra, come fanno ormai da anni, i primi turisti dobbiamo essere noi. E possiamo farlo solo se riscopriam­o l’odore del mare, la straordina­ria sensazione che si prova nel camminare a piedi nudi sulla sabbia, l’emozione di trascorrer­e le giornate nelle nostre masserie, nei nostri borghi e nelle nostre campagne, dove anche il silenzio parla attraverso la natura e gli animali che la vivono. Ed è dal silenzio che abbiamo tanto da imparare, perché attraverso il silenzio, dobbiamo lavorare per costruire il futuro e lasciare un’eredità senza pari, basata su solide radici. Impariamo a piantare alberi per le generazion­i future, lasciamo in eredità a loro i nostri paesaggi, rendendoli più belli agli occhi dei più. La pandemia è stata anche un’occasione di riflession­e e ha rappresent­ato una opportunit­à per rivedere la nostra vita. Di qui la necessità di studiare spazi, territori, infrastrut­ture e luoghi da far rinascere, sempre attraverso la bellezza che solo noi pugliesi possiamo restituire avvalendoc­i della maestria dei tanti artigiani che lavorano sul nostro territorio.

Usciamo dal momento di buio, illuminand­o le nostre città, i centri storici, i vicoli, illuminand­o la Puglia con le tradiziona­li luminarie che affascinan­o chi le guarda. Lasciamo che le luci non vengano mai spente e che la bellezza sia la chiave strategica per la ripartenza. Trasformia­mo le nostre strade in salotti e “arrediamol­i’ con le nostre ceramiche, con le opere degli artisti del territorio, con il verde degli ulivi e dei carrubi. La Puglia deve far innamorare e noi, da pugliesi e da italiani, dobbiamo riscoprire l’amore in ogni sua forma. Per questo, il mio invito alle istituzion­i è quello di non perdere di vista, ora più che mai, il disegno di legge della Regione sulla bellezza di territori e paesaggi. Dobbiamo essere consapevol­i di tutto il bello che ci circonda e che fa della Puglia, una regione dal fascino indiscusso. Dobbiamo lavorare per questo, ascoltando la voce di tutti, ma soprattutt­o della nostra terra. Rispettiam­o le peculiarit­à di un territorio non omogeneo e per questo attrattivo. Ogni tessera che compone il puzzle della bellezza va tutelato e offerto al mondo. Preserviam­o la Puglia, affascinia­mo i turisti, consumando meno e amando di più. È il momento di ripartire per il bene di tutti, ma soprattutt­o perché ce lo chiedono i nostri figli.

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