Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«San Nicola aperto agli abbonati»
Sono 8 mila le tessere sottoscritte. I tifosi vip: «Possiamo mantenere la distanza». Ma c’è chi dice no
BARI «Il calcio riprenda», chiedevano gli appassionati del pallone fino a poche settimane fa. «Il calcio riprenda, ma con i tifosi», è invece una proposta che sta facendo sempre più proseliti nell’ambiente del football. A lanciare l’amo è stato Andrea Agnelli, presidente della Juventus, che ha sottolineato come un’apertura limitata degli stadi, nel rispetto delle prescrizioni di distanziamento sociale, possa essere ritenuta un’ipotesi praticabile. L’idea, secondo un’opinione diffusa, sarebbe tutt’altro che balzana in una piazza, come quella barese, caratterizzata da una capienza piuttosto ampia e da meno di 8 mila abbonati, che saranno anche tanti per la C, ma non così tanti da rendere improponibile la visione di un match in sicurezza. Perché quest’idea potrebbe diventare punto di partenza: assicurare, in qualche modo, la priorità a chi ha sottoscritto l’abbonamento. «Sarei assolutamente d’accordo - è il parere di Sabino Persichella, presidente di Amiu Puglia – Assistere alla partita dal vivo e guardarla con la mediazione della tv non sono la stessa cosa. Una gara senza pubblico è mortificante». E allora perché non provare questa strada? Per il Bari i suoi tifosi sarebbero senz’altro un valore aggiunto. «Sono fiducioso che si possa andare in B - prosegue Persichella, abbonato e tifosissimo - Siamo pronti». Sulla stessa lunghezza d’onda è Giovanni Sasso, direttore creativo di Proforma, spesso e volentieri «compagno di banco» di Persichella al San Nicola. «L’altro giorno - rac
Sabino Persichella Assistere alla partita dal vivo e guardarla in tv sul divano non è la stessa cosa
conta - quando ho visto i sediolini biancorossi ho pensato alla bellezza del colpo d’occhio. Ma spero presto di non potermi accorgere di quei colori, nascosti dietro le persone, nel corso delle partite. Uno stadio con capienza limitata sarebbe un primo passo, mi accontenterebbe». Certo, in condizioni di sicurezza e in ottemperanza alle prescrizioni delle autorità. «In tutto questo periodo – prosegue – mi sono sempre attenuto alle indicazioni arrivate. Se mi dicono di fidarmi, mi fido. Se si arriverà a fare una concessione del genere, vorrà dire che le condizioni epidemiologiche lo consentiranno. E in quel caso per me sarebbe difficile restare a casa». Di tutt’altro parere invece sono Sergio Fanelli, ex assessore provinciale e orgogliosissimo ultras biancorosso. «Un calcio senza pubblico? Non si può vedere – è il suo parere – Ma a molti questo non interessa: il circo deve andare avanti, il business deve vincere. E allora dico: perché abbonati sì e tifosi no? Se ci sono le condizioni di sicurezza, entrino tutti. Altrimenti non lo faccia nessuno». Il concetto è chiaro: pur avendo questa proposta una sua logica, non ci sarebbero i presupposti perché diventi credibile e praticabile. «Come si potrebbe esultare senza abbracciarsi? – conclude – Non è una cosa che mi trova d’accordo».
Va ancor più a fondo nella questione il pianista Emanuele Arciuli, con un discorso ad ampio respiro, che abbraccia tutto il settore del pubblico spettacolo. «I teatri sono chiusi, le orchestre non possono suonare – dice – Stiamo vivendo una crisi economica e culturale devastante. Per quanto mi riguarda, ci sono altre priorità. Prima di aprire gli stadi, è fondamentale che riaprano i teatri. A partire dal Petruzzelli». Un discorso che non fa una piega, prima della conclusione da tifoso. «Cosa penso della soluzione playoff? – conclude – Io non sono attendibile, ma qualunque cosa aiuti il Bari a tornare in B andrebbe bene». Intanto la squadra è pronta a tornare al lavoro. Tra giovedì e venerdì è prevista la somministrazione dei test sierologici. Poi sarà programmato il riavvio degli allenamenti.
Emanuele Arciuli Ci sono altre priorità: prima degli stadi bisogna riaprire i teatri
Giovanni Sasso Entrare, anche se in pochi, sarebbe un primo passo, se mi devo fidare mi fido