Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I biancorossi verso i playoff Rastelli: Carpi e Padova i rivali
Massimo Rastelli, ex tecnico dell’Avellino ed esperto di Serie C, spiega come affrontare i playoff «Il club di De Laurentiis è favorito. Ma Reggiana, Carpi e Padova sono avversari molto temibili»
BARI In attesa che si sbrogli la matassa delle decisioni ufficiali (il comitato di presidenza Figc ha rinviato ogni decisione all’8 giugno), il sogno dei tifosi del Bari continua a chiamarsi playoff. Al momento sembra questa l’unica strada percorribile per un mondo che deve fare i conti con la crisi economica post Covid (ieri è stato istituito dalla Figc il fondo «salva calcio»: complessivamente 21,7 milioni di euro, di cui 5 per la Lega Pro). Testa al campo dunque, per spareggi da dominare e basta. Uno che sa come si vince la serie C è Massimo Rastelli, capace di imporsi nella stagione 2011/2012 da allenatore dell’Avellino.
Rastelli, come valuta l’andamento del campionato di C, finché questo c’è stato?
«Credo che la Reggina, parlando del girone del Bari, sia la squadra che meriti maggiormente il passaggio di categoria. Ha dimostrato solidità e continuità. Le altre si giocheranno i posti rimanenti».
Tra le altre c’è il Bari. Molti la considerano favorita.
«È una realtà importante del calcio italiano, con una società solida, anche se nuova, visto il recente passaggio di proprietà. Credo che la sua grande tradizione possa pesare sull’esito finale dei playoff. Ma il calcio è particolare, le partite vanno giocate e non sottovalutate».
Cosa può fare la differenza in chiave Bari?
«Come organico e come piazza, credo sia indubbiamente la squadra più avvantaggiata. Ha giocatori come Antenucci e Laribi, per esempio, che sanno come si vince.
Gente di esperienza, capace di reggere le pressioni, anche in una piazza come quella barese. La differenza, però, la fa sempre il gruppo».
Il gruppo e il suo allenatore.
«Vivarini è bravo, preparato, attento. Il Bari è in buone mani».
Secondo lei quali sono le rivali principali del Bari nella corsa alla promozione?
«Squadre come Reggio Audace,
Carpi e Padova (tutte del girone B, ndr) possono indiscutibilmente dare fastidio. Ma è sempre complicato fare pronostici. A maggior ragione per i playoff e soprattutto dopo un periodo come quello che abbiamo vissuto».
Come si vincono i playoff? «Serve la giusta mentalità. Negli ultimi anni in C è cresciuta la qualità ma restano invariati l’aspetto agonistico e la voglia di emergere. I playoff sono una lotteria, un mini campionato a sé, dove in poche partite ti giochi il passaggio del turno. Devi arrivarci bene fisicamente e psicologicamente. Dopo un periodo di inattività così lungo, tutto sarò ancor più enigmatico».
A dire il vero per i playoff manca ancora l’ufficialità del Consiglio federale. Si continua a litigare.
«Il covid ha trovato impreparati tutti noi, comprese le istituzioni del calcio. Sono andate un po’ a tentoni, cercando settimana dopo settimana la soluzione migliore. Ogni società bada al proprio tornaconto. Quindi l’unica strada percorribile è il verdetto del campo».
A un certo punto si era anche pensato al «merito» sportivo. Ma come sarebbe stato possibile sancire promozioni o retrocessioni con un numero diverso di partite?
«Qualsiasi decisione sia presa, in realtà scontenterebbe sempre qualcuno e avrebbe qualcosa di poco equo. Non credo per esempio nei coefficienti. È sempre il campo che decreta il merito sportivo».
Vivarini è bravo e preparato Il team è davvero in ottime mani
Per vincere ci vuole la giusta mentalità e stare bene anche fisicamente
Gli spareggi sono una lotteria, dove in pochi turni ti giochi la stagione