Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
AIUTI MONETARI E DIRITTI NEGATI
Si è perso il conto dei sussidi finanziati dal governo per affrontare l’emergenza della pandemia. La sola Inps finanzia circa 60 mila domande di cassa integrazione in Puglia, presentate da altrettante aziende, che riguardano circa 243 mila lavoratori. Queste misure hanno steso un velo di oblio perfino sul reddito di cittadinanza, che, invece, proprio per le sue caratteristiche intrinseche, appare lo strumento, peraltro già rodato, più adatto a fronteggiare i gravi problemi sociali.
In Puglia i percettori sono il 9% del totale italiano. A fine aprile erano circa 244 mila i pugliesi che ne usufruivano, comprendendo anche quanti godono della pensione di cittadinanza. Le famiglie pugliesi destinatarie sono 89.300, per un importo mensile di 524 euro. Da queste aggiornate statistiche si ricava una lettura interessante: il RdC resta il più solido tra tutti i bonus, non dura solo pochi mesi come quelli varati in questo drammatico frangente, consente a tante persone in difficoltà di mettere almeno insieme il pranzo con la cena, aiuta a sopravvivere quanti, già prima del Covid-19 e a maggior ragione oggi, sono privi di ogni altra forma di reddito. La vera sfida è dunque non quella di aggiungere altri strumenti, che alla fine rischiano di confondersi e sovrapporsi, ma essere in grado di trasformarlo da semplice sussidio in uno strumento di politica attiva del lavoro, orientando i percettori verso quelle forme di occupazione, magari diverse dalle tradizionali, ma che la ripresa dopo la pandemia richiede, per rispettare le nuove norme imposte dalla fase 2: sanificazione costante di locali e attrezzi, controlli agli ingressi dei locali pubblici per disciplinare le entrate, e così via.
Finora in Puglia gli uffici del lavoro sono riusciti a creare nuove opportunità di occupazione per 5.895 fruitori del reddito di cittadinanza. Il dopo pandemia, perciò, è l’occasione propizia per rilanciarlo, correggendone le storture al tempo stesso. Prima tra tutte il fatto che si limita a essere una misura di aiuto monetario per quanti sono in seria difficoltà economica, del tutto priva di un adeguato accompagnamento di servizi alla persona che consentano ai percettori del sussidio di poter godere di quegli elementari diritti di cittadinanza molto carenti in Puglia: dagli asili nido all’assistenza agli anziani e ai diversamente abili, a un sistema sanitario all’altezza di una sfida come quella che c’è stata in questo terribile frangente. In definitiva, una misura di civiltà che restituisca ai più bisognosi un minimo di agibilità sociale.