Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Processo Jacobini, solo quaranta azionisti costituiti parte civile
La banca si è costituita, ma su 70 mila azionisti in pochi ieri hanno presentato l’istanza C’è tempo fino al 16 luglio e le associazioni chiedono di dare un futuro all’istituto di credito
Con la richiesta di costituzione di una quarantina di azionisti come parti civili è cominciato dinanzi al Tribunale di Bari il processo nei confronti di Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, rispettivamente ex presidente ed ex condirettore della Banca popolare di Bari. Agli imputati, agli arresti domiciliari dallo scorso 31 gennaio, sono contestati a vario titolo i reati falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza. Per la costituzione di parte civile c’è tempo fino al 16 luglio.
BARI Poco più di quaranta istanze per la costituzione di parte civile sono state depositate ieri mattina in occasione della prima udienza del processo penale contro Marco e Gianluca Jacobini, rispettivamente ex presidente ed ex condirettore della Banca Popolare di Bari, accusati di falso in bilancio, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza. Reati legati al crac della banca e alle operazioni che hanno portato l’istituto di credito alla compilazione di bilanci che per gli inquirenti non sarebbero veritieri. In particolare, per la voce «avviamenti» che non sarebbe stata contabilizzata in maniera corretta in vari anni di gestione (anni 2014, 2016, 2017). Ma anche per falso prospetto nell’operazione che ha portato alla determinazione del prezzo di collocazione nell’aumento di capitale degli anni 2014-2015.
L’udienza si è tenuta presso la seconda sezione del Tribunale penale, presidente Marco Guida, ed è durata poco meno di un’ora prima di essere aggiornata al prossimo 16 luglio. Marco Jacobini (storico numero uno della banca) è assistito dagli avvocati Francesco Paolo Sisto e Giorgio Antoci, mentre Gianluca Jacobini dagli avvocati Guido Carlo Alleva e Giorgio Perrone. Per entrambi la posizione è stata stralciata con un decreto di giudizio immediato e la sentenza dovrebbe essere emessa nell’arco di un anno.
Si è trattato di un avvio tecnico che tuttavia ha registrato, almeno in questa fase, una limitata affluenza di parti civili. Infatti, nonostante i quasi 70 mila azionisti, le istanze consegnate non sono state molte. Tra queste figura quella della Consob (l’ente che ha il compito di tutela degli investitori e dell’efficienza, trasparenza e sviluppo del mercato mobiliare italiano) dell’Adoc, dell’Adusbef e di alcuni azionisti iscritti ad AssoAzionisti Bpb. Ma anche la stessa banca. «Si è trattato di una udienza ponte, nella quale non si è entrati minimamente nelle questioni tecnico-giuridiche - spiega Sisto - e si dovrà anche verificare la possibilità logistica di tenere l’udienza in questo palazzo o nell’aula di Bitonto». Tra le parti offese c’è anche la Banca d’Italia che avrà tempo fino alla prossima udienza per effettuare la comunicazione. «Una prima tranche dei nostri associati - afferma Giuseppe Carrieri, presidente di AssoAzionisti Bpb - ha depositato l’istanza, ma contiamo di portare nella prossima udienza anche altre richieste in modo da tentare di recuperare risorse da un’eventuale condanna. È necessario accertare le responsabilità penali di chi ha gestito la banca negli anni, ma è anche fondamentale dare un futuro al nuovo istituto di credito. La nostra intenzione è di proseguire sulla via penale, ma per evitare il collasso di un intero territorio bisogna votare al più presto la trasformazione della banca i società per azioni in modo da garantire la continuità aziendale. Per le responsabilità dei singoli gli accertamenti andranno avanti senza sosta».