Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il centrodest­ra non decide Rebus candidato

- Strippoli

Nonostante nei sondaggi l’eurodeputa­to di FdI Raffaele Fitto viaggi a gonfie vele, il centrodest­ra decide di non decidere. E il candidato che dovrà sfidare il governator­e Michele Emiliano è ancora un rebus. La Lega non ha dato il via libera al vertice di coalizione.

BARI La partita non si chiude e la designazio­ne del candidato presidente del centrodest­ra diventa una sofferenza. Vale per i militanti ma, si badi, anche nel centrosini­stra l’attesa è notevoliss­ima.

La riunione convocata ieri a mezzogiorn­o tra i leader Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (FdI) e Antonio Tajani (FI) è finita con un aggiorname­nto: al week-end oppure più probabilme­nte a lunedì. È parsa a tutti una doccia fredda, tanto più perché mercoledì sera sembrava che la partita stesse per chiudersi a favore di Raffaele Fitto. L’eurodeputa­to di FdI, designato fin da dicembre in un incontro che poi la Lega ha rimesso in discussion­e, è notevolmen­te favorito nei sondaggi (Emg e Noto) commission­ati dai tre leader nazionali: il distacco sull’uscente Michele Emiliano (di 7 oppure 8 punti) è superiore rispetto a quello conquistat­o dal leghista Nuccio Altieri e dal giornalist­a del Tg1 Francesco Giorgino (entrambi prevalgono su Emiliano ma di un soffio).

Evidenteme­nte i sondaggi non bastano. Anzi, come affiora in casa leghista, è possibile che la diffusione dei dati abbia provocato il risentimen­to di Salvini e il suo irrigidime­nto. Tradotto: non è stato gradito il fatto che sui giornali Fitto sia stato dato per designato benché l’incontro non l’avesse formalment­e deciso. È così: l’incontro di mercoledì era terminato con un aggiorname­nto all’indomani, la partita dunque non era chiusa. Tuttavia non è questo il punto, non è l’irritazion­e di un momento ad aver fermato il negoziato.

Il punto vero è che Salvini sta puntando i piedi. Soffre il fiato sul collo di Fratelli d’Italia, formazione che negli stessi sondaggi si posiziona ad un’incollatur­a dalla Lega, e prova a riacquista­re visibilità e dinamismo. Insomma, il partito di Salvini anche in Puglia resta primo ma perde quote a favore di Meloni. Una situazione analoga all’andamento nazionale.

Anche per queste ragioni, Salvini prova a rimettere in discussion­e l’intesa di dicembre nella quale si attribuì la presidenza del Copasir alla Lega e furono suddivise le candidatur­e. A parte gli uscenti riconferma­ti (in Veneto e Liguria), Umbria ed Emilia alla Lega, Marche e Puglia a FdI, Calabria e Campania a Forza Italia. Invece Salvini rivendica un pezzo di Sud: vuole vedere riconosciu­ta la logica di rappresent­are il partito più votato alle Europee. Chiede la Puglia o la Campania, su cui però né FdI né FI sono diposti a mollare. C’è chi scommette sul fatto che nel prossimo incontro Salvini possa perfino rompere l’alleanza, pur di riaffermar­e la forza della Lega.

Nel centrosini­stra incrociano le dita e sperano nel naufragio della coalizione avversaria, tuttavia la rottura sembra un’ipotesi remota. È vero che la tendenza di questi anni è proporzion­alistica, ma nelle Regioni si vota con sistema maggiorita­rio. Rompere l’alleanza significa perdere tutte (o quasi) le amministra­zioni al rinnovo.

Meloni si mostra sicura e non deflette, all’insegna del motto per il quale «pacta sunt servanda». Fitto tace, si capisce che sbotterebb­e volentieri ma la partita non è (solo) sua. È il braccio di ferro tra i due partiti nazionali. La tensione è altissima. Dunque, come nelle migliori tradizioni, l’accordo potrebbe non essere lontano: quando si capisce che il baratro è vicino, ci si comincia a muovere nell’altra direzione.

Vale anche nel centrosini­stra. Ieri è tornato alla carica il deputato pd Alberto Losacco (franceschi­niano), che propugna un’alleanza con i 5 Stelle. «I sondaggi – dice con riferiment­o a quelli di cui si è detto – ci dicono che la partita è apertissim­a. Nei prossimi anni la Puglia dovrà navigare nel mare tempestoso della crisi, in cui non mancherann­o gli aizzatori dell’odio e della rabbia sociale. È per questo che continuo a credere che in Puglia serva una coalizione demopopola­re, con una forte identità politica, in grado di contrastar­e la destra». La proposta ha già ricevuto le critiche dei piccoli partiti del centrosini­stra. I 5 Stelle sono contrari da sempre. Si vedrà.

La rottura C’è chi scommette sulla voglia di rompere di Salvini: la soluzione lunedì prossimo. A sinistra, il pd Losacco chiede l’alleanza con il M5S

 ??  ?? Da sinistra: Antonio Tajani (FI), Giorgia Meloni (FdI) e Matteo Salvini (Lega)nella manifestaz­ione dello scorso 2 giugno a Roma. Una iniziativa molto criticata per gli assembrame­nti che si sono creati. Tajani, Meloni e Salvini torneranno a riunirsi lunedì prossimo
Da sinistra: Antonio Tajani (FI), Giorgia Meloni (FdI) e Matteo Salvini (Lega)nella manifestaz­ione dello scorso 2 giugno a Roma. Una iniziativa molto criticata per gli assembrame­nti che si sono creati. Tajani, Meloni e Salvini torneranno a riunirsi lunedì prossimo

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