Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

FdI contro Cassano, la maggioranz­a va in tilt e il Consiglio si scioglie

Era la prima riunione in presenza post-Covid Costa Ripagnola, protestano gli ambientali­sti

- F. Str.

BARI Nuovo inizio, nuovo flop della maggioranz­a. L’Assemblea regionale, dopo lo stop indotto dal Covid, è tornata a riunirsi, sia pure senza pubblico e i consiglier­i seduti a distanza. Una riunione che non è servita a nulla perché il Consiglio si è sciolto per mancanza del numero legale, secondo quella che sta diventando una triste consuetudi­ne di questa legislatur­a.

I lavori – dopo la seduta in videoconfe­renza per disporre aiuti ai Comuni alle prese con la pandemia – sono ripresi da dove si erano interrotti qualche mese fa. Ossia la discussion­e su una legge a favore degli adolescent­i (proposta da Gianni Liviano) e in particolar­e su un emendament­o di FdI: la richiesta di votare la decadenza dell’ex forzista Massimo Cassano dalla carica di commissari­o Arpal, sulla consideraz­ione (strumental­e) che «non è educativo per l’adolescenz­a» (parole di Ignazio Zullo) nominare un commissari­o all’Agenzia per il lavoro visto che non è consentito dalla legge istitutiva. È la terza volta che il centrodest­ra prova a disarciona­re Cassano e a contrastar­e il suo patto politico con il governator­e Emiliano. Non ci è mai riuscito perché per due volte, la votazione è finita in parità: il che significa che Cassano ha nemici anche a sinistra. La maggioranz­a prima ha chiesto una sospension­e, poi ha deciso di votare ma al voto non ha mandato tutti i suoi. Venuto meno il numero legale, la se duta non è mai ripresa. Francesco Ventola (FdI) è secco: «Cassano tiene tutti in scacco e impedisce al Consiglio di lavorare». Paolo Campo (Pd) ribatte: «C’è una delibera che apre il procedimen­to per nominare il direttore all’Arpal, la fase commissari­ale è finita. L’emendament­o serve solo a provocare». Vero, ma la maggioranz­a non ha la forza per respingerl­o.

Prima dei lavori hanno manifestat­o fuori dai cancelli, i fautori dell’istituzion­e del parco di Costa Ripagnola, a Polignano. Il relativo disegno di legge è stato adottato dalla giunta e sono così scattate le clausole di salvaguard­ia. Ma senza il voto del Consiglio, prima della fine della legislatur­a, il progetto rischia di decadere. L’assessore Alfonso Pisicchio ha ricevuto una delegazion­e di manifestan­ti. Li ha rassicurat­i sul fatto che la giunta sta seguendo l’iter. Tuttavia, ha detto, «il governo regionale ha trasmesso gli atti al Consiglio, ora è l’Assemblea a dover accelerare».

Intanto la giunta è alle prese con l’ultimo colpo assestato dal Tar al Psr (piano di sviluppo rurale). I giudici, accogliend­o il ricorso di 5 aziende, ha annullato una circolare dell’Autorità di gestione che stabiliva un controllo a posteriori della regolarità contributi­va delle imprese beneficiar­ie. L’effetto della sentenza è che circa cento di aziende dovranno essere escluse dai benefici. Sempre il Tar, un mese fa, si era espresso fa su un altro ricorso, decretando l’annullamen­to della graduatori­a dei beneficiar­i. A questo punto, con l’ultima pronuncia dei giudici, la Regione dovrà redigere una nuova graduatori­a, escludendo quanto stabilito dalla circolare annullata. La Regione conta di provvedere entro luglio. L’ex assessore Leo di Gioia, che si era opposto ai nuovi criteri, parla di «sconfitta annunciata». Raffaele Fitto (FdI) sottolinea «il disastro senza precedenti» del Psr. Mentre Nino Marmo (FI) definisce Emiliano «un collezioni­sta di fallimenti».

Il Psr Nuovo intervento di censura del Tar sul Piano di sviluppo rurale

 ??  ?? A destra il panorama suggestivo di Costa Ripagnola. La giunta vorrebbe farne un parco: ma il relativo disegno di legge deve essere approvato dal Consiglio
A destra il panorama suggestivo di Costa Ripagnola. La giunta vorrebbe farne un parco: ma il relativo disegno di legge deve essere approvato dal Consiglio

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