Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Wasted», cresce bene la rapper materana Nahaze
Comporre in italiano e in inglese per raccontarsi in un’epoca in cui costruire il futuro diventa un salto nel buio. Nahaze, 19enne materana, esponente dell’urban contemporary, deve la nascita del suo secondo brano, Wasted (pubblicato da Elektra records/Warner Music Italia) , a una lezione a scuola sul matematico e filosofo Pascal e alla voglia di descrivere il suo tempo, nel quale la pandemia è entrata a gamba tesa. Il genere musicale, nel caso di Nahaze, è comunque molto fluido perché influenzato da stimoli estremamente differenti e per questo di impatto più profondo.
«Mi caratterizza una mescolanza di generi, dal rap al cantato – spiega -. Gli altri miei brani, inediti, sono di origine molto diversa l’uno dall’altro». L’esordio con Carillon, in collaborazione con Achille Lauro e Boss Doms che lo hanno rivisitato, l’ha subito lanciata al secondo posto dei viral di Spotify, al n.2 di Shazam, in top 50 Spotify, in top 20 nella classifica radiofonica, con più di 8,5 milioni di streaming e 5 milioni di visualizzazioni su Youtube. Una scalata che, come ricaduta positiva, le ha consegnato il lavoro per i prossimi due singoli e l’album di prossima uscita, oltre alla consapevolezza che le sue parole sono, oggi, la risorsa su cui costruire il futuro.
La collaborazione con Achille Lauro, nata grazie all’incontro con Angelo Calculli, il produttore che l’ha scoperta, è stata l’occasione per confrontarsi con una personalità diversa dalla sua, ma altrettanto significativa. «Abbiamo in comune l’amore per la musica nonostante l’età e le esperienze siano diverse». La personalità sopra le righe dell’artista che ha spiazzato la musica contemporanea è, per Nahaze, il segno di un diverso modo di esprimersi, ma non meno interessante. «Lauro esprime messaggi positivi, anche in modo esasperato ma che risultano sempre molto efficaci», aggiunge.
Tra pochi giorni l’attendono anche gli esami di maturità e la scelta fra la prosecuzione dello studio e la carriera musicale. Una decisione che potrebbe non richiedere decisioni drastiche, quanto il perfezionamento del percorso già avviato. «Se potessi – spiega Nahaze – vorrei iscrivermi al Dams e studiare storia della musica, per avere una preparazione più completa e combinare meglio le due cose». Della studentessa di primo liceo che scrisse una poesia e capì che quelle parole avrebbero costruito la sua professione, rimane il grande entusiasmo e la consapevolezza di poter raccontare non solo la quotidianità ma anche le riflessioni di una generazione, come confermano alcuni passaggi di Wasted: «Mi abbatto col tempo, mi batto col tempo. I don’t wanna shine, because I’m too shy (non voglio splendere perché sono troppo timida)».
Il lockdown e il clima che si è respirato in tutto il Paese hanno influenzato il lavoro di Nahaze, che nel testo lancia comunque un motivo di speranza nell’incontro con gli altri e nel reciproco dialogo. Particolare resta il suo stile di composizione bilingue. «Nasce prima la melodia – spiega – e poi la accompagna la lingua che decido di usare; l’inglese resta certamente più melodico e adatto ad alcuni passaggi dei brani». La storia di Nathalie (il vero nome che è stato fuso con quello della nonna inglese, Hazel) ha colpito il produttore Angelo Calculli che ha visto in lei il riscatto dei giovani materani: «Sono particolarmente felice che grazie a lei anche altri ragazzi possano avere una possibilità», spiega; «dai produttori di Carillon, Dario Vizziello, Antonio Fortunato, Francesco Perrone e Giuseppe Donvito, fino a Lorenzo D’Ercole, produttore di Wasted».