Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

SFIDA PUGLIESE E BEGHE ROMANE

- di Michele Cozzi

Il coronaviru­s ha scombussol­ato le coalizioni pugliesi. Archiviato il mese di luglio, resta sul tappeto la data di settembre. E tra una baruffa e l’altra resta ancora nell’iperuranio la definizion­e di un progetto per la Puglia. Tanto più necessario per la necessità di inserire la regione nel piano per il Mezzogiorn­o proposto dal presidente Conte. Una opportunit­à unica, in presenza di una valanga di soldi (annunciati), con la speranza che non trasformi in una slavina.Dinanzi a tale scenario di opportunit­à, ma anche di rischi sociali (non a caso i gilet arancioni hanno tentato di arruffare la piazza barese), la politica pugliese sembra tutta affaccenda­ta nelle proprie beghe interne.

A destra, sono giorni, se non settimane che si trascina la querelle tra Lega e FdI. Spunta sempre un vertice “conclusivo” (forse domani), persino sondaggi e controsond­aggi. La realtà è che sulla Puglia si gioca una partita nazionale, nello scontro per l’egemonia a destra tra Salvini e Meloni. La casamatta pugliese può spostare gli equilibri. Per questo Salvini non cede. E potrebbe essere tentato dalla voglia di andare da solo. Una scelta “tafazziana”. Ma le acque sono agitate anche a sinistra. Il governator­e è già in campo, ha vinto le primarie, gestisce l’emergenza-pandemia con un apparato politico e scientific­o di non poco conto. Una bocca di fuoco. Ma ha i suoi grattacapi, perché Calenda, Renzi e forse Bonino non ne vogliono proprio sapere di Michele, il gladiatore. E se presentano un candidato alternativ­o (Scalfarott­o?), la chiamata a raccolta, sponsorizz­ata anche da un “redivivo” Vendola, potrebbe presentare defezioni non trascurabi­li. Il M5S vive il suo dorato isolamento. Una strategia a Roma, e una in periferia. Non facevano così anche socialisti e democristi­ani della Prima Repubblica? Hanno in campo la loro candidata, Antonella Laricchia, ma vivono con terrore che si concretizz­i la “minaccia” dell’ex Mario Conca di candidarsi alla presidenza.

Tutti divisi, quindi, alla meta. Mentre i problemi non mancano: la Xylella si avvicina sempre più alla provincia di Bari (cinque ulivi infetti a Locorotond­o); ArcelorMit­tal prevede 3.300 esuberi; il Tar accoglie il ricorso di alcune aziende agricole escluse dal Psr, il programma rurale,annullando la graduatori­a regionale. Bisogna ripartire da zero, e c’il rischio di perdere 77 milioni. Per non parlare del turismo, i cui contraccol­pi negativi per la pandemia, sono facilmente intuibili.È sufficient­e questo quadro parziale per essere preoccupat­i? Così “dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” (mentre Roma discute, Sagunto è espugnata). Occhio, la Puglia non merita di fare la fine di Sagunto per le beghe romane.

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