Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Tar riapre subito le spiagge di Bari interdette per mafia
Sospesa la revoca del Comune per mafia. La società che ha fatto ricorso potrà momentaneamente gestire i lidi
Il Tar della Puglia ha sospeso il provvedimento di revoca, da parte del Comune di Bari, della concessione della gestione del bar di Pane e Pomodoro e della spiaggia di Torre Quetta alla società «Il Veliero», destinataria di una interdittiva antimafia. La notifica è avvenuta durante le operazioni di restituzione dell’area, che quindi sono state bloccate. I giudici hanno accolto il ricorso dei legali.
BARI Prima la revoca delle concessioni, poi la sospensione della stessa. Nel balletto delle decisioni ci sono le gestioni del bar di Pane e Pomodoro e della spiaggia di Torre Quetta la cui società concessionaria la scorsa settimana è stata destinataria di una interdittiva antimafia. Il Comune di Bari, alla luce del provvedimento, aveva revocato con effetto immediato concessioni e autorizzazioni e ieri mattina durante le operazioni di sgombero nelle due strutture è arrivata la notifica della disposizione del Tar Puglia che ha sospeso il provvedimento di revoca, da parte del Comune di Bari, della concessione della gestione del bar di Pane e Pomodoro e della spiaggia di Torre Quetta. Le operazioni di restituzione dell’area sono state quindi bloccate. I giudici del Tar hanno accolto l’istanza cautelare degli avvocati della società «Il Veliero» (che gestisce le spiagge di Torre Quetta e Pane e Pomodoro), Felice Eugenio Lorusso, Saverio Sticchi Damiani e Francesco Biga, sospendendo «l’efficacia delle determinazioni dirigenziali del Comune di Bari del 29 maggio 2020». La questione sarà trattata nel merito il 7 luglio. I legali hanno chiesto anche la sospensione dell ’interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura di Bari. Questione che sarà trattata, anche questa, nell’udienza collegiale di luglio. Il Comune di Bari si è costituito con gli avvocati Alessandra Baldi e Rosa Cioffi.
In merito all’ interdittiva antimafia, la società «Il veliero» in una nota diffusa nei giorni scorsi aveva spiegato che «nessuno degli elementi posti a base della misura ha una effettiva rilevanza ed attualità trattandosi di stralci di atti endo processuali relativi a vicende risalenti finanche a 32 anni fa». La società spiegava ancora che «gli elementi posti a base della misura adottata su istanza dello stesso comune di Bari si riferiscono ad un soggetto estraneo alla compagine sociale e risultano enumerati in modo gravemente generico ed incompleto, non riportano i provvedimenti definitivi di assoluzione piena, emessi al termine di ciascun procedimento e finanche di scarcerazione per errore di persona». Il sospetto di infiltrazioni mafiose alla base del provvedimento della Prefettura - secondo quanto emerso - fa riferimento alla presenza, come dipendente della società, di una persona che in passato è stata sospettata di essere vicina ad organizzazioni criminali.