Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’avviso a Emiliano I suoi nemici sperano nell’addio alle armi
La chiusura delle indagini della Procura di Foggia sul caso Cera ha suscitato malumori negli ambienti vicini al governatore. E attesa, sia a destra che a sinistra. Sulla scia dell’inchiesta, i nemici vorrebbero che Emiliano uscisse dalla scena del voto. Ipotesi per ora lontana dalla realtà.
BARI Nessuno stop e nessun imbarazzo, Michele Emiliano tira dritto. La chiusura delle indagini della Procura di Foggia sul governatore, i due Cera (padre e figlio, esponenti udc) e l’assessore al welfare Salvatore Ruggieri ha suscitato reazioni diverse: malumore negli ambienti vicini al governatore e una notevole attesa nel mondo politico, a destra e a sinistra.
Si vedrà se l’accusa di aver concordato una nomina in una casa di riposo (mai firmata dal governatore) per godere degli aiuti elettorali dell’Udc a San Severo, sfocerà in una richiesta di rinvio a giudizio. Certamente la mossa della procura alimenta un intenso dibattito sotterraneo. La discussione ruota attorno al fatto che Emiliano potrebbe ritrovarsi, tra breve, nel ruolo di imputato (ora è solo indagato).
Nel centrosinistra, gli ambienti più ostili al presidente della Regione ipotizzano (forse auspicano) una sua marcia indietro. O altrimenti una presa di posizione del Pd nazionale per chiedere a Emiliano di lasciare il campo. In questo modo – questo la prospettiva – potrebbe aprirsi un confronto con i 5 Stelle, che fin qui hanno escluso l’intesa con il centrosinistra. La doppia rinuncia di Emiliano e della grillina Laricchia, potrebbe dar vita a un negoziato su un terzo nome: magari un uomo di cultura capace di mettere d’accordo i due fronti. Per di più, l’uscita di scena di Emiliano riporterebbe nel centrosinistra il mondo dei renziani (con Azione e +Europa).
Il centrodestra fa gli scongiuri perché non succeda. Prima di tutto perché a quel punto il candidatocosa presidente avversario sarebbe sorretto da un’alleanza assai più larga dell’attuale. In secondo luogo perché finora il centrodestra si è preparato ad una campagna anti-Emiliano, con il martellamento su quelli che considera gli insuccessi del governatore. Se cambiasse scenario, dovrebbe cambiare la strategia.
Come accennato, per Emiliano non esiste neppure l’idea di lasciare il campo e neppure viene valutato il «richiamo» del Pd. Egli è candidato per l’esito delle primarie (dalle quali trae legittimazione politica) e «non per la designazione di questo o quel partito». E se tra i suoi collaboratori si grida alla «bomba ad orologeria» fatta scoppiare a ridosso dell’appuntamento elettorale, il governatore tira dritto e punta a liberarsi dalle contestazioni, presto o tardi che arrivi la decisione. Il pm deve attendere 20 giorni, dalla conclusione delle indagini, prima di decidere che fare. Trascorse queste tre settimane, deve decidere se archiviare la posizione di Emiliano oppure chiederne il rinvio a giudizio. Se decidesse per questa ultima eventualità, il governatore diventerebbe a quel punto formalmente imputato. A decidere sarà il giudice dell’udienza preliminare. Quando?
Dipende dal carico degli uffici foggiani, dai procedimenti che rischiano la prescrizione, dalle decisioni anti-covid di diluire le attività. Secondo gli esperti, l’udienza preliminare non sarà celebrata prima di ottobre. Se, come pare, si voterà a fine settembre, Emiliano affronterà le urne senza essere neppure passato dall’udienza preliminare. E comunque, dice uno dei suoi, «il processo sarà lungo»: non finirà prima che il governatore sia andato in pensione. Tra 5 anni.