Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Lanera: «Ci voleva un gesto simbolico»
«Mi sarei aspettata che il 15 giugno accadesse qualcosa, a Bari. E, invece, niente. Nessun teatro che riapre, neanche per un gesto simbolico. Penso sia grave», dice Licia Lanera, la travolgente regista e attrice barese che qualche mese fa aveva legato il suo nome alla riapertura del Teatro Piccinni con l’organizzazione di una serie di eventi. Però c’è Gianni Ciardo dal 17 al 21 giugno in Vallisa. «Davvero? Bravo. Così si fa».
E lei, non ha previsto nulla per lunedì?
«Io non ho un teatro. A chi devo propormi, a chi non vuole aprire? Con Roberto Corradino volevamo fare un flash mob in piazza, ma poi abbiamo pensato che rischiavamo di creare degli assembramenti. Mi avevamo chiamato per partecipare alla riapertura del Teatro Comunale di Manfredonia, ma lunedì mattina inizio le prove del mio nuovo spettacolo».
Dove?
«Nella mia saletta prove, praticamente uno scantinato. Abbiamo sanificato tutto: ho pure il certificato. Siamo solo in due, io e Danilo Giuva. Ci terremo a debita distanza. È prevista anche una rock band. Per il momento rimane fuori. Prima o poi troveremo asilo in qualche teatro per provare tutti insieme. Lo spettacolo è il terzo episodio della trilogia Guarda come nevica. Ho dovuto pensarlo per la scena rispettando le norme di sicurezza sul distanziamento».
Quand’è previsto il debutto?
«Il 25 agosto al Teatro Carignano di Torino, dove partono con un festival già da lunedì. Mi avevamo chiesto Il Gabbiamo di Cechov, ma non avremmo potuto creare lo spazio necessario tra agli attori. Anche lì a Torino, struttura piccola, con 600 posti che verranno ridotti a meno di 200, visto che il tetto include artisti e personale. E, invece, a Bari, con tutti i teatri che abbiamo, pubblici e anche privati, ma ben finanziati, tutto chiuso. Un’ulteriore dimostrazione dell’assenza di un pensiero forte. Qualcosa andava fatto».
Forse non c’erano le condizioni.
«Ognuno ha le proprie storie legate al rischio di impresa. Ma non dimentichiamo che, in seguito alla situazione vissuta in questi mesi, noi soggetti Fus avremo dal ministero risorse che all’80% saranno a fondo perduto. È solo una questione di coraggio. Non dico una stagione. Sarebbe bastato anche realizzare delle iniziative a costo zero, delle letture, dei monologhi. Ma evidentemente costano. Costano fatica a chi è costretto a inventarsi qualcosa».
❞ Bastavano iniziative a costo zero Ma evidentemente costano fatica a chi deve pensarle