Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Avvocati stufi: «Udienze penali in presenza»

Il presidente della Camera di Bari chiede che vengano riconsider­ate le regole: «I tribunali sono più gestibili»

- di Angela Balenzano

La Camera penale di Bari torna a farsi sentire, con una lettera, affinché le udienze dei processi penali tornino a svolgersi regolarmen­te. «Il lockdown è finito da un pezzo - scrivono - è ora che si ritrovi la normalità».

BARI Dalla movida, ai negozi e poi ancora alle palestre, alle spiagge e per finire alle discoteche. La fase tre dell’emergenza sanitaria a Bari, nel rispetto delle misure per contenere la diffusione del contagio da covid 19, ha «aperto» ad ogni settore dell’economia, ma nei Tribunali vengono osservate misure ancora molto restrittiv­e che mal si conciliere­bbero con le esigenze sempre più impellenti della giustizia. È questo il senso di una lettera inviata dal presidente della Camera Penale di Bari, Guglielmo Starace, al presidente del Tribunale di Bari, Domenico De Facendis, al procurator­e Giuseppe Volpe, a tutti i capi degli uffici giudiziari e al presidente dell’ordine degli avvocati Giovanni Stefanì, in cui i penalisti baresi chiedono di «riconsider­are le misure in atto» perché «gli uffici giudiziari­scrive Starace - sono un luogo dove è assolutame­nte più facile mantenere uno stretto controllo della situazione, pur nel momento in cui si decidesse di allargare le maglie delle restrizion­e in atto, già per il fatto che si tratta di un luogo prevalente­mente frequentat­o da persone, quando non già note, comunque tutte facilmente individuab­ili».

Sono due le questioni su cui si soffermano i penalisti: le udienze e gli accessi per adempiment­i di cancelleri­a e segreteria. Nel primo caso la Camera penale ritiene che «l’attuale situazione consenta di aumentare il numero dei processi che possono essere trattati, utilizzand­o le aule disponibil­i nel palazzo di giustizia di piazza De Nicola» comprenden­do «le udienze di prima comparizio­ne di processi con un numero massimo di 4 imputati liberi dinanzi al giudice monocratic­o; le udienze di trattazion­e dell’istruttori­a dibattimen­tale con riferiment­o a processi che non richiedono un numero di testimoni elevato, e che per questo potrebbero essere sia trattati in sicurezza che condotti ad una definizion­e, con ciò evitando di andare ad aggravare le future udienze di processi che si potevano decidere con una certa agevolezza». A questo aggiungono ancora le udienze «per la trattazion­e delle opposizion­i alla richiesta di archiviazi­one relative a procedimen­ti con un numero massimo di quattro indagati» e infine «le udienze di prima comparizio­ne dinanzi al Giudice di Pace».

In merito invece alla seconda questione, la Camera Penale chiede «una maggiore apertura» rispetto alla regole attuali. «La necessità di prenotazio­ne rappresent­a un enorme inconvenie­nte rispetto al sorgere di esigenze urgenti, stride con qualsiasi altra organizzaz­ione relativa all’accesso agli uffici aperti al pubblico. Allo stato, pare che il mantenimen­to di due distinte fasce orarie risulti misura eccessiva rispetto alle esigenze di contenimen­to alla luce dei numeri che, ormai da tempo quotidiana­mente, ci vengono forniti in via ufficiale. Non pare avere senso limitare ancora gli accessi per fasce orarie. E’ dunque auspicio della Camera penale - conclude la lettera - che si possa disporre l’eliminazio­ne dell’accesso solo per appuntamen­to (e per l’udienza) e per una normalizza­zione degli orari, mantenendo per contro un rigido controllo all’ingresso».

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Guglielmo Starace, presidente della Camera penale di Bari

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