Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Slitta al 30 settembre l’acconto per l’Imu Polemica contro Decaro «C’è già chi ha pagato»

- Di Francesco Petruzzell­i

BARI Rinvio al 30 settembre, ma solo per i contribuen­ti che attesteran­no la reale difficoltà economico-finanziari­a subita a causa del covid19. Nell’ultimo giorno utile, prima della ormai famigerata data annuale del 16 giugno, il Comune approverà domani lo slittament­o dell’acconto Imu. Stop quindi a cartelle e pagamenti, ma non per tutti.

Anzi, per gli immobili di categoria D (speciali produttivi e terziari) tale differimen­to non si applicherà per la quota di competenza statale, come specificat­o in una recente risoluzion­e del Ministero all’Economia. Insomma, i Comuni possono anche decidere di aspettare la riscossion­e della propria quota, ma non hanno alcun potere su quella che spetta allo Stato. E il dibattito, previsto domani in Consiglio comunale per la modifica in Zona Cesarini alle nuove scadenze Imu, già si preannunci­a infuocato. Il centrodest­ra infatti non ci sta a «rinvii solo per alcuni contribuen­ti perché la crisi ha colpito tutti» dicono i consiglier­i Ciaula (FI), Melchiorre (FdI), Picaro (Misto) e Viggiano (Lega).

A Bari l’aliquota ordinaria è del 10,6 per cento che scende al 7,6 per gli immobili delle categorie comprese tra A1 e A9 ad uso abitativo e concessi in comodato d’uso gratuito ad un parente, entro il primo grado, il quale lo utilizza quale abitazione principale; stesso 7,6 per cento per cinema, teatri e sale concerti. Più cara l’Imu invece a Lecce dove l’aliquota sulle seconde case è pari all’11 per cento. Infatti secondo un rapporto della Uil del capoluogo salentino il costo totale annuo per le famiglie leccesi sarà in media di 1.242 euro, 172 euro in più alla media nazionale. Spesa che risulta tuttavia la più bassa in Puglia rispetto a Bari dove si spenderann­o in media 1.702 euro.

A Foggia invece 1.487 euro, mentre risultano più «leggere» Brindisi con 1.344 euro e Taranto con 1.289 euro all’anno. Sempre secondo la Uil a Lecce città si verserà in media 1.701 euro per l’acconto Imu sulle prime case di lusso (abitazioni signorili, ville, castelli) contro un costo medio nazionale di 1.305 euro. Chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (come cantine, garage, posti auto, tettoie), invece pagherà in media 60 euro. Anche in quest’ultimo caso, la spesa nel capoluogo salentino risulta superiore rispetto alla media nazionale che è pari a 55 euro, ma è la più bassa fra i capoluoghi di provincia pugliesi: a Bari si pagherà in media 87 euro, a Foggia 71, a Taranto 61 e a Brindisi 58 euro.

«Come sindacato – dice il segretario salentino della Uil Salvatore Giannetto - abbiamo condiviso nella scorsa Legge di Bilancio la semplifica­zione delle tasse comunali sugli immobili con l’eliminazio­ne della Tasi, ma crediamo sia giunto il momento, all’interno della riforma fiscale, di rimettere mano all’autonomia impositiva di Regioni, Province e Comuni. Al tempo stesso riteniamo necessaria la riforma del catasto per riportare equità nella tassazione sul mattone e, ovviamente, un potenziame­nto della lotta all’evasione fiscale sulla tassazione immobiliar­e».

L’altro caso Con 1.487 euro è Foggia la seconda città più cara a livello regionale

Filippo Melchiorre No a rinvii solo per alcuni, la crisi è di tutti

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