Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La Finanza nella sede della Gazzetta
Blitz della guardia di finanza nella sede della Gazzetta del Mezzogiorno. I militari hanno eseguito una perquisizione nell’ambito di un’inchiesta in cui viene ipotizzato il reato di bancarotta fraudolenta nei confronti di Franco Capparelli, ex manager di Edisud e Mediterranea.
BARI Si sono presentati ieri di prima mattina davanti al portone del palazzone di piazza Moro a Bari. Avevano tra le mani un decreto di perquisizione in tutti i locali della Gazzetta del Mezzogiorno. Ecco la «fase 2» dell’inchiesta della procura di Bari sul fallimento delle due società collegate al quotidiano, la Mediterranea e la Edisud, rispettivamente proprietà e società editrice. Ad eseguire la perquisizione i finanzieri del nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Bari. I militari quando sono entrati nella sede del quotidiano hanno invitato il personale amministrativo, i giornalisti non erano ancora in redazione, a fermarsi per non compromettere l’esito dell’attività di polizia giudiziaria: dovevano acquisire documenti contabili, ma anche corrispondenze, movimenti sui conti correnti. Insomma tutto quanto fosse necessario per consolidare l’indagine. Il decreto di perquisizione, a firma del procuratore aggiunto Roberto Rossi e dei sostituti Lanfranco Marazia e Luisiana Di Vittorio, vede indagato per bancarotta fraudolenta Franco Capparelli, 77 anni, ex direttore generale di Edisud e, poi, amministratore delegato di Mediterranea nonché uomo di fiducia dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo.
Le indagini riguardano, infatti, la parte amministrativa di Mediterranea ed Edisud, società nei confronti delle quali lunedì scorso la IV sezione civile del tribunale di Bari - accogliendo la richiesta della Procura - ha dichiarato il fallimento delle due società riconducibili che hanno accumulato debiti per circa 50 milioni di euro, con concessione dell’esercizio provvisorio e nomina di quattro curatori, due per ciascuna società, fissando alle udienze del 24 e del 26 novembre 2020 le adunanze dei creditori per l’esame dello stato passivo dinanzi ai giudici delegati. Un modo per tutelare i giornalisti e gli altri creditori.
Agli atti dell’inchiesta «da piu’ di un anno - si legge sul sito della Gazzetta del Mezzogiorno - c’è un articolato esposto presentato dai giornalisti che hanno denunciato una serie di comportamenti del management anche durante il periodo del commissariamento disposto dal tribunale di Catania». Per il fallimento decretato dal giudice sono due le sentenze, una per ciascuna delle società: per Edisud che ha una massa debitoria di circa 40 milioni di euro, il tribunale ha quindi nominato i curatori, Michele Castellano e Gabriele Zito, mentre per la Mediterranea, società come detto proprietaria della testata, della storica sede di via Scipione l’Africano a Bari e soprattutto concessionaria di pubblicità del quotidiano, i debiti accumulati sono di 7 milioni di euro e il giudice ha individuato come curatori Paola Merico e Rosario Marra.
I guai cominciarono il 24 settembre 2018 quando la procura antimafia di Catania mise i sigilli ai beni dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo per un valore di 150 milioni di euro: tra questi le quote della Gazzetta, ma anche quelle de La Sicilia, le emittenti televisive regionali Antenna Sicilia e Telecolor e la società che stampa quotidiani Etis.