Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Centrodest­ra, Salvini punta i piedi Fitto rimane ancora in panchina

- Strippoli

Ancora un nulla di fatto. Si è conclusa così l’ennesima riunione del tavolo del centrodest­ra sulle prossime elezioni regionali in Puglia. Il leader della Lega Matteo Salvini ribadisce il no alla candidatur­a a governator­e di Raffaele Fitto (FdI). Nel centrosini­stra Emiliano prova a ricucire con renziani e grillini.

BARI Si vota il 20 e 21 settembre e le coalizioni sono ancora senza pace. Vale per il centrosini­stra e vale per il centrodest­ra. In quest’ultimo caso i leader nazionali – Salvini, Meloni e Tajani – hanno riunito il tavolo negoziale ma senza esito. Per questo hanno deciso di rinviare la discussion­e ai prossimi giorni, forse già oggi. Sul tema candidatur­e i tre partiti restano sulle rispettive posizioni: FdI e FI difendono la corsa del meloniano Raffaele Fitto in Puglia e del forzista Stefano Caldoro in Campania. La Lega si oppone e rivendica una presenza su una delle Regioni meridional­i, nonostante l’accordo sulla ripartizio­ne delle candidatur­e vada in altra direzione.

Si ipotizza che Salvini pretenda un’intesa per mettere al sicuro le postazioni di potere nel post-voto soprattutt­o in Puglia dove viene data per certa la vittoria del centrodest­ra: si parla di assessorat­i e presidenze nelle società regionali.

Questa lettura viene smentita. La difficoltà deriva, sostengono le voci di FdI e FI, da questioni puramente politiche: Salvini soffre l’ascesa di Meloni nei sondaggi e rivendica un ruolo da protagonis­ta per far valere il proprio primato, sicché dopo tanto strepito non può accettare che la questione si chiuda come era cominciata. Occorre che qualcosa cambi: in Campania o in Puglia o perfino nelle Marche. Le voci della Lega sostengono la tesi del rinnovamen­to e chiedono che non sia maltrattat­a l’esigenza di visibilità leghista nel Sud. La rottura, evocata in qualche occasione, viene recisament­e esclusa, anche se le polemiche restano.

Acque agitate pure nel centrosini­stra. Il presidente Michele

Emiliano Con Renzi non c’è alcuna questione personale e come si sa sono un tifoso dei 5 Stelle

Emiliano ha rinnovato ieri un doppio appello, all’area Renzi e al M5S, per tentare di costruire le basi di un’alleanza, fin qui negata dal primo e dal secondo. «Credo che Italia viva – dice il governator­e – potrebbe avere grande vantaggio da un’alleanza col centrosini­stra. Se Renzi chiederà alle sue truppe di sacrificar­si in una battaglia che ha il solo scopo di farmi perdere, e non ci riuscirann­o, sarà difficile anche solo convincere le persone a candidarsi. Non credo di avere suscitato tanto odio. Dovranno poi portare la responsabi­lità di aver rimesso Lega e FdI al governo della Regione». Emiliano insomma fa capire che senza un’accordo, l’area renziana non riuscirà neppure a superare lo sbarrament­o (di coalizione) e dunque non potrà far eleggere nessuno dei suoi. «Con Renzi – continua il presidente – non ho nulla di personale. Ci sono state solo divergenze politiche durissime, che confermo, ma nessun problema personale». L’appello sembra tuttavia destinato a cadere nel vuoto. I renziani confermano il proposito di presentare un proprio candidato assieme ad Azione di Carlo Calenda, che proprio nei giorni scorsi su Twitter aveva brutalment­e respinto l’offerta di Emiliano.

Il governator­e sente l’aria difficile e ritenta anche con i 5 Stelle, tanto più che Pd e grillini governano assieme a Roma. «È noto che sono un tifoso dei 5 Stelle – spiega Emiliano – e mi fa piacere che si discuta, perché penso di aver dato a titolo personale un grande contributo alla costruzion­e del governo nazionale, proprio l’estate scorsa, aiutando il dialogo tra Zingaretti e Conte. In linea teorica mi aspetto dal M5S lo stesso sostegno che io dò loro a ogni livello di governo. Me lo aspetto anche in sede locale». La replica è secca e senza appelli (peraltro riaffermat­a più volte). «È disponibil­e al dialogo? Peccato – scrivono i consiglier­i regionali M5S – che non lo sia mai stato in questa legislatur­a su temi come lavoro, sanità, rifiuti. Non ha mai ascoltato alcuna proposta fatta per risollevar­e la nostra regione. E ora vuole parlare di elezioni? No grazie. Ancora una volta peraltro contraddic­e se stesso: a ottobre dichiarò “mai con i 5 Stelle se non chiedono scusa”, oggi si dichiara aperto al dialogo e sostenitor­e del governo nazionale. Michele contro Emiliano come sempre». La porta è chiusa.

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Da sinistra: Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Matteo Salvini alla manifestaz­ione di protesta a Roma
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