Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Sticchi Damiani lancia il Lecce «Con il Milan nessuna paura»
Il patron giallorosso sprona la squadra «Equilibrio e pazienza Ora l’obiettivo è restare in Serie A»
LECCE «Equilibrio e pazienza, perché la salvezza si può conquistare anche all’ultima giornata». A tre giorni dalla sfida casalinga contro il Milan (lunedì, ore 19.30) il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani traccia la strada che i giallorossi dovranno seguire per raggiungere un altro storico obiettivo, dopo la doppia promozione dalla C alla A centrata nell’ultimo biennio. Ieri l’Assemblea di Lega ha trovato l’intesa sui contratti in scadenza, che saranno prorogati di due mensilità: la serie A affina gli ultimi dettagli ed è pronta a ripartire.
Qual è il suo stato d’animo a pochi giorni dalla ripresa del campionato dopo l’emergenza Covid?
«Lo stato d’animo non è ideale, dopo ciò che è successo non c’è tanta voglia di giocare. Ripartiamo per senso di responsabilità: l’azienda calcio deve ripartire e limitare i danni, che sono tanti anche con la ripartenza. La parte ludica passa in secondo piano purtroppo ed è un peccato: il calcio senza tifosi perde la sua parte più entusiasmante».
Il prossimo avversario è il Milan, l’ha visto nella gara di Coppa Italia? L’assenza di Ibrahimovic sarà uno stimolo per il Lecce?
«La partita non l’ho vista, lo hanno fatto l’allenatore ed il suo staff, che studiano ogni volta con grande attenzione i nostri avversari. Ibrahimovic è un grande campione, ma non so se la sua assenza possa rappresentare un vantaggio per noi, o meno: la parte tecnica la lascio ai tecnici».
Come sta la squadra? Recupereranno entro lunedì Deiola, Barak, Farias?
«La squadra sta bene, ha recuperato i lievi acciacchi dovuti alla lunga sosta. Tra i tre sono da monitorare e valutare soprattutto le condizioni di Deiola. Di poco conto i problemi di Barak e Farias: se non contro il Milan, contro la Juventus ci saranno. A motivare il gruppo ci penserà il mister, le mie sono individuali: a ciascuno di loro cerco di trasmettere la serietà e l’equilibrio della società in cui giocano, i valori del territorio che rappresentano».
Che «armi» dovrà usare il Lecce per raggiungere l’obiettivo?
«Tra le cosiddette provinciali rappresentiamo un’anomalia. Perché alla determinazione ed alla ferocia agonistica, solitamente messe in campo dalle squadre che devono salvarsi, affianchiamo anche un gioco offensivo e organizzato, che sviluppa una manovra piacevole: è del Dna dell’allenatore e dell’organico della squadra. Sono armi che tutti conoscono bene, perché spesso le abbiamo messe in campo».
Mercoledì abbiamo assistito ad assembramenti di calciatori in campo e di tifosi in strade e piazze per la conquista della Coppa Italia, quando torneranno i tifosi sugli spalti?
«Ancora manca qualcosa, speriamo che quel giorno arrivi presto: il calcio senza tifo è uno spettacolo molto limitato».
Gli ultras di tutta Italia sono contrari alla ripresa del campionato, temete proteste?
«La posizione dei tifosi, e degli ultras in particolare, è quella che non abbia senso giocare. Dal punto di vista etico e morale, la loro è una prospettiva condivisibile; non lo è da una prospettiva aziendale».
Che Lecce si aspetta? Cosa occorrerà per restare in A?
«Sarà un crescendo. Subiremo un iniziale rodaggio e, se non dovessero arrivare i risultati, dovremo avere pazienza. Pazienza ed equilibrio, anche nella gestione, perché ci giocheremo la permanenza in serie A soprattutto nelle ultime giornate. La salvezza potremmo conquistarla anche all’ultimo».
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Tra le cosiddette provinciali noi siamo un caso anomalo Con la parte agonistica mettiamo anche il bel gioco