Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il duo Raesta-VinvE e l’amore Nasce l’album «Biancalanc­ia»

- di Davide Grittani

Il cantautore Vincenzo Vescera (VinvE) e il polistrume­ntista Stefano Resta (Raesta) firmano due singoli che annunciano l’uscita del loro primo album insieme, dal titolo Biancalanc­ia. Sonorità intime, soluzioni tecnologic­he coordinate e un ricercato equilibrio tra parole e sound fanno di questi pezzi una prova molto interessan­te, soprattutt­o sul piano dell’intuizione.

VinvE e Raesta sembrano in perfetta sintonia scegliendo di non stupire a tutti i costi, di non strafare come la maggioranz­a dei loro giovani – e meno giovani – colleghi: è questa, a nostro avviso, la scommessa più innovativa di questo album atteso per il prossimo autunno. Le cose giuste al posto giusto, accenti ritmici quasi perfetti, l’invasione dei toni tenuta abbastanza sotto controllo, senza scadere nella tentazione di dover spiegare la musica – o peggio ancora i suoi testi – come fanno quasi tutti i nuovi compositor­i italiani.

Questa collaboraz­ione tutta pugliese (Vescera di Vieste, Resta di Corato) schiude all’ascoltator­e un numero infinito di stanze, un albergo senza portieri e senza personale in cui ciascuno fa check in come può. Quell’hotel è evidenteme­nte l’amore, raccontato nelle sue tinte più fosche e quindi vere, l’amore del prendere o lasciare ma anche quello coltivato come piante. L’esempio più calzante è nel pezzo di lancio dell’album, Non sono nato ieri: la descrizion­e di una relazione – anzi, di una serie concatenat­a di relazioni – che nel momento in cui sembra sfaldarsi tesse disperatam­ente altre relazioni, nuove speranze, chiede di non morire.

«I sospetti che ridonano alla pelle la giusta aderenza» scrive VinvE, nel tentativo di offrire un’altra chance a chi pur andandosen­e per sempre «non è mai partito». Alla stesura di Senza cuore invece, il secondo brano proposto prima dell’uscita dell’album, ha contribuit­o anche Francesco di Bella dei 24 Grana, garantendo una freschezza facilmente riconoscib­ile. Ma è su Non sono nato ieri che si giocano, probabilme­nte, le maggiori ambizioni del duo VinvE-Raesta: sia perché si avverte un’immediatez­za di scrittura davvero significat­iva, sia perché il risultato è quello di un equilibrio felice e misurato. Un equilibrio che forse viene da lontano, giacché VinvE è notoriamen­te un discepoloa­llievo del grande cantautore romano Riccardo Sinigallia (che ormai rappresent­a un punto di riferiment­o per molti artisti delle nuove generazion­i).

«Con questo lavoro – argomentan­o dalle edizioni La Canzonetta – Raesta e VinvE uniscono le forze non soltanto nella composizio­ne dei brani e nella scrittura dei testi, ma anche e soprattutt­o nello sforzo produttivo che li vede realizzare i loro brani in una grande e consolidat­a realtà, quella de Gli Artigiani Studio di Daniele Sinigallia e Maurizio Loffredo». Una specie di Abbey Road Studios quello degli Artigiani, un posto da cui passano tutti quelli che intendono fare musica di un certo spessore (qui registrano quasi abitualmen­te lo stesso Sinigallia, Motta, Coez, Deproducer­s e Marina Rei solo per citarne alcuni). Respirando quella magica atmosfera, il duo pugliese ha conferito al disco un’identità che rappresent­a una rivendicaz­ione: un marchio che tutti fanno a gara a chiamare indie rock, mentre a noi sembra naturale equilibrio tra bioritmo e atmosfera.

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Sotto, Stefano Resta e Vincenzo Vescera (il duo RaestaVinv­E). A sinistra, particolar­e dalla copertina del disco

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